Gli inganni della Net Neutrality

Gli inganni della Net Neutrality

Negli Stati Uniti si fa molto parlare di Net Neutrality. Fondamentalmente si tratta della battaglia per mantenere le nostre linee di connessione Internet neutrali. Quando non sono tali? Quando, ad esempio, il provider punisce un certo tipo specifico di utenti, limitando loro la banda. Ovvero, quello che succede spessissimo agli utenti sospettati di attività P2P.

Il problema, per gli ISP, è la naturale congestione della rete che la maggior parte delle reti P2P generano, al di là della natura legale o meno dei file condivisi. Probabilmente, spesso sotto questa supposta congestione viene nascosto il fatto che i provider offrano sulla carta livelli di banda che non possono garantire. In ogni caso, l’accusa di chi si richiama alla neutralità è quella di penalizzare un’attività, potenzialmente assolutamente legittima, come la condivisione di file.

TorrentFreak ha di recente portato alla ribalta un problema legato proprio al dibattito statunitense. Secondo questo articolo, all’interno delle leggi sulla net neutrality ci sarebbero dei cavilli pensati appositamente per uccidere BitTorrent e, probabilmente, buona parte del P2P.

Tra queste proposte spicca quella che, accanto al vietare ogni taglio di banda a chi sia semplicemente stato trovato condividere file, preveda che gli ISP possano però limitare il download a tutti coloro che abbiano un traffico TCP troppo superiore alla norma. Peccato che BitTorrent, ma anche eMule, facciano largo uso di connessioni TCP. Altra proposta è quella che, una volta individuati dei pacchetti che causino una data congestione, essi vengano inseriti in una sorta di lista nera e da quel momento in poi tutte le connessioni che li interesseranno saranno “punite”. Si tratterebbe di una regola neutrale, perché non è specificato che debbano per forza essere pacchetti scambiati attraverso P2P, ma è evidente quale sia il reale obiettivo di questa proposta.

Ora, al di là dei timori circostanziati, la grande novità rispetto alle notizie cui siamo abituati è come, per una volta, l’innovazione tecnologica stia arrivando dalla parte di chi il P2P lo combatte. Se non è possibile riconoscere tutti i pirati, sarà forse possibile impedirne il traffico?

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