Gli italiani consumano e son disposti a pagare

Secondo un recente rapporto crescono gli italiani a contatto con la tecnologia e disposti a pagare per ottenere contenuti digitali
Gli italiani consumano e son disposti a pagare
Secondo un recente rapporto crescono gli italiani a contatto con la tecnologia e disposti a pagare per ottenere contenuti digitali

Gli italiani sempre più tecnologici. Secondo l’ultimo rapporto della Confindustria Cultura Italia, pubblicato anche da FIMI, negli ultimi tre anni sono aumentati i consumatori stabili di contenuti digitali attraverso le tecnologie digitali. Il numero totale è cresciuto di circa 3 milioni e mezzo di consumatori.

Sono questi i risultati di uno studio reso noto dall’Osservatorio permanente contenuti digitali, e provenienti da un’analisi sulla realtà nostrana nel 2010. Il numero riguarda in particolar modo gli italiani con più di 14 anni che, negli ultimi tre anni, hanno acquisito una competenza nel settore dei contenuti digitali. Un numero, inoltre, che va ad aggiungersi ai 16 milioni di utenti che, già nel 2007, fruivano di questi contenuti. Un’Italia sempre più digitale, insomma, dato che circa il 40% della popolazione italiana maggiore di 14 anni è stabilmente a contatto con le nuove tecnologie: «in sintesi circa 20 milioni di italiani sarebbero disponibili a ricevere a casa via Internet e sui nuovi dispositivi tecnologici, film, file musicali, quotidiani, prodotti televisivi, libri e videogiochi e ogni tipo di contenuto culturale, dietro il corrispettivo di un pagamento, in forme da stabilire. In particolare la ricerca ha evidenziato che questa propensione al consumo legale di cultura attraverso la tecnologia si sta affermando nella fascia d’età tra i 25 e i 44 anni».

Nell’ambito dell’incontro “Industria culturale e tecnologie digitali: mutamenti nella domanda e nell’offerta“, ove i dati son stati resi pubblici, i rappresentanti dell’editoria, della musica, dello spettacolo e dei videogiochi si sono incontrati per discutere dei mutamenti delle abitudini del Bel Paese in termini di consumo di contenuti digitali.

In un paese che sta modificando le sue abitudini, però, la banda larga non è ancora una priorità, così come la diffusione dei PC e l’informatizzazione delle famiglie italiane: «diventa fondamentale per Confindustria Cultura Italia che le Istituzioni supportino lo sviluppo di un’offerta legale di contenuti digitali che ancora oggi soffre di problemi a carattere strutturale come la ridotta e non uniforme penetrazione della banda larga o la scarsa diffusione di pc e di informatizzazione nelle famiglie italiane». Digital divide e scarsa connettività potrebbero pertanto diventare uno stretto collo di bottiglia che scaricherebbe i propri riflussi negativi direttamente su di un mercato che, al contrario, potrebbe invece restituire importanti soddisfazioni all’economia nazionale.

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