Ebbene si, negli anni ’70 esistevano gli occhiali a Raggi X.
Non lo sapevate? In realtà, sveliamo subito il mistero, più che di tecnologia vintage sarebbe il caso di parlare di fantascienza vintage.
Per usare un eufemismo. La pubblicità degli occhiali a Raggi X la si trovava su vari giornaletti tra cui “Diabolik, il Monello, l’Intrepido, Lanciostory”, tanto per citarne qualcuno, sotto il nome di X Ray Spex o X Ray Gogs e la promessa era quella di vedere attraverso i vestiti (leggi “mettere a nudo la vicina di casa”), un sogno.
Agli occhi degli anni ’70 l’invenzione rappresentava le Colonne d’Ercole del vouyerismo, e moltissimi comprarono questa chimera… ad occhi chiusi. E se l’unico ostacolo per la vista a Raggi X di Superman era il piombo, per impedire che questi fantomatici X Ray Gogs funzionassero, bastava indossarli.
Al posto delle lenti c’era uno strato di cartone con due fori ricoperti da una pellicola rossa trasparente, e basta. Insomma, un vero flop, ma solo nel funzionamento; in pratica una fregatura colossale per tutti quelli che avevano sperato di trasformarsi in dei “super guardoni”.
Li aveva “inventati” o meglio, venduti, Harold Von Braunhut un americano dal nome di un barone, ma non proprio nel senso nobiliare del termine, che passò alla storia tra le altre cose per aver messo in commercio il famoso “Invisible Goldfish” (pesce rosso invisibile che non si vedeva perché non c’era).
Ora gli occhiali a Raggi X continuano ad essere venduti nel negozio senza tempo di eBay, come innocuo feticcio degli anni ’70.
È notizia di qualche giorno fa che in alcuni aeroporti degli Stati Uniti, per motivi di sicurezza dicono, abbiano intenzione di usare i Raggi X per vedere sotto i vestiti dei passeggeri.
Che abbiano preso la fregatura anche loro?