«La NATO possiede uno scudo nucleare e continua a rafforzare i propri strumenti di difesa, ma ha bisogno anche di uno Cyber Shield». Queste le parole del deputato americano e segretario alla difesa William Lynn, pronunciate in occasione di un incontro andato in scena a Bruxelles mercoledì, in preparazione al summit che vedrà i rappresentanti dei 28 stati facenti parte dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico riunirsi il prossimo 19 e 20 novembre a Lisbona.
La sua stima riguardante i tentativi di intromissione negli archivi USA da parte di hacker e cybercriminali stranieri è piuttosto allarmante: secondo Lynn, ogni giorno i sistemi di intelligence americani si vedono costretti a fronteggiare un centinaio di attacchi, molti dei quali indirizzati a minare la stabilità in settori chiave come quelli riguardanti l’economia e i trasporti.
In seguito all’operazione che nel 2007 mise in ginocchio per diversi giorni le infrastrutture informatiche governative in Estonia, il Pentagono corse ai ripari, incrementando l’attenzione rivolta a quelli che il segretario non esita a definire veri e propri scenari bellici.
Cinque i punti chiave della nuova strategia difensiva americana:
- il cyberspazio è ora riconosciuto come il terreno sul quale si combatteranno gli scontri futuri in ambito internazionale;
- sono studiate e impiegate nuove ed efficaci strategie di difesa preventiva;
- l’attenzione è rivolta in primo luogo a proteggere le infrastrutture di importanza critica;
- investimenti per il miglioramento degli strumenti di protezione collettiva già operativi;
- dispiegamento delle più avanzate competenze in ambito tecnologico.
In merito all’incontro di novembre, Lynn è decisamente ottimista: «Penso che a Lisbona vedremo i più grandi leader mondiali prestare attenzione al tema della sicurezza dei sistemi informatici, con uno sforzo collettivo in questa direzione.»