L’industria discografica lamenta costantemente perdite economiche a causa del dilagare dei network di filesharing. Non è un caso, infatti, che le recenti severe leggi a protezione del diritto d’autore siano state promosse proprio dalla lobby delle major. Un recente studio, tuttavia, smentisce queste ipotesi: gli utenti P2P sono i migliori compratori di musica attraverso i canali legali.
A rivelarlo, una ricerca di Demos, società che ha intervistato più di 1000 user di filesharing in una fascia d’età compresa tra i 16 e i 50 anni.
Di tutti gli intervistati, un utente su 10 ha affermato pubblicamente di utilizzare i network di P2P. Di tutti i cosiddetti pirati intervistati, ben 8 su 10 acquistano regolarmente CD e MP3, stabilendo addirittura un record di vendite per quanto riguarda i vinili. Pare evidente come l’user medio di questi network di scambio si affidi al download illegale in modo da conoscere nuovi artisti o per testare la qualità di un opera, per poi acquistarne la corrispettiva copia legale.
La ricerca, inoltre, mostra come i pirati spendano circa 130 dollari all’anno in musica e film, mentre chi non si rivolge a canali illegali ne sborsa solo 70. Gli intervistati rivelano, infine, come un prezzo di circa 70 centesimi a traccia potrebbe incredibilmente aumentare il consumo di musica legale.