La mania di rimanere sempre connessi alla Rete rischia di generale risvolti sicuramente curiosi ma, allo stesso tempo, pericolosi. È quanto è emerso da una recente ricerca statunitense che dimostrebbe, senza lasciare spazio al dubbio, come gli utenti d’oltreoceano siano soliti accedere a siti e social network anche durante gli amplessi. Ma la dipendenza dal Web 2.0 si manifesta anche in altre stravaganti situazioni, quali matrimoni e funerali.
La ricerca, condotta da Harris Interactive, ha ricavato alcuni dati interessanti per definire quanto internet e le nuove tecnologie siano penetrate nella vita di tutti i giorni. Più di un quarto degli intervistati ammette di aver fatto uso della Rete durante incontri di carattere sessuale, tuttavia lo studio non ha messo in evidenza cosa, effettivamente, venga ricercato in rete durante l’amplesso. I social network sono i servizi che vanno per la maggiore, perciò è possibile ipotizzare che alla passione fra le lenzuola corrisponda una cronaca aggiornata tramite gli update degli status di Facebook o alle brevi comunicazioni di Twitter.
Vi sono, però, altre situazioni in cui l’accesso a Internet sembra diventato socialmente accettabile. Secondo gli analisti, ben il 29% di tutti gli utenti statunitensi utilizzerebbe i social network durante matrimoni e funerali, a cui si aggiunge un 41% di user che ne fanno ricorso durante le riunioni familiari.
Oltre allo stupore generato dalla sovrapposizione tra la mancanza di privacy di alcuni servizi in stile Facebook e situazioni intime quali le attività sessuali, il dato più importante emerso dalla survey sembra riguardare la sicurezza in rete. Rimanere sempre connessi, oltre ad aumentare la possibilità di rimanere vittime di malware e spyware, espone al rischio di condividere involontariamente dati sensibili. La quasi totalità degli utenti americani conserverebbe documenti riservati senza protezione sui propri computer, tra cui dati di banca, informazioni sanitarie, password, fotografie di nudo e via dicendo. L’utente medio non sarebbe affatto in grado di proteggere tali file ma, anzi, è sempre più frequente la loro condivisione erronea o inconsapevole tramite i vari servizi di sharing della rete.
In definitiva, l’urgenza della sicurezza online non viene affatto percepita dall’utente medio che, invece, preferisce dedicare il proprio tempo all’autocelebrazione delle proprie prodezze sessuali su Twitter.