L’annuncio è arrivato ed ha risposto a quelle che erano le attese: Google ha messo a punto un nuovo riferimento per ospitare i progetti open source con tutta la gamma di servizi che tale piattaforma richiede. Il Global Project Hosting è già disponibile online e rientra all’interno del progetto Google Code che il motore di ricerca porta avanti da tempo con una mano tesa, da sempre, all’open source.
Global Project Hosting permette di mettere online nuovi progetti, seguire tutto quanto concernente i bug scoperti, curare una mailing list, monitorare passo a passo lo sviluppo di ogni singolo aspetto. Nel momento in cui si crea un progetto nuovo il servizio propone vari tipi di licenza per tutelare l’idea e la propria produzione:
- Apache Licence 2.0
- Artistic License/GPLv2
- GNU General Public License 2.0
- GNU Lesser Public License
- MIT License
- Mozilla Public License 1.1
- New BSD License
Google ha esplicitamente indicato la volontà di voler favorire per quanto possibile lo sviluppo del movimento open source e con il nuovo servizio v’è la certezza di poter donare un riferimento importante in grado di offrire ampi benefici alla comunità degli sviluppatori. Per accedere al servizio in fase di creazione di un progetto è sufficiente possedere un account GMail: tale requisito non è viceversa richiesto a quanti vogliano semplicemente consultare un progetto in quanto la cosa rappresenterebbe un inutile vincolo per utenti che non sfruttano la piattaforma ma semplicemente intendono adoperare un qualche progetto depositato.
Google non prevede al momento di aggiungere al servizio spazi promozionali, promuove l’uso di Subversion 1.3.1 e nel contempo ha predisposto quanto necessario per evitare dannose sovrapposizioni ed incomprensioni con altri servizi similari in rete. Al momento i progetti non saranno indicizzati dal motore di ricerca principale e non vi sarà dunque interoperabilità fattiva con il Google adoperato dall’utenza: tale opzione non è però negata per il futuro, in attesa che il servizio prenda piede e si estenda eventualmente anche alle lingue non anglosassoni.