Gmail: dilagano le estensioni

Piccoli hack crescono. Un account Gmail può essere usato come un hard disk o un sistema per "bloggare" o ancora per visualizzare le propria galleria. Aumentano le estensioni per sfruttare il Giga di spazio gratuito.
Gmail: dilagano le estensioni
Piccoli hack crescono. Un account Gmail può essere usato come un hard disk o un sistema per "bloggare" o ancora per visualizzare le propria galleria. Aumentano le estensioni per sfruttare il Giga di spazio gratuito.

Gmail non è solo un servizio di posta elettronica. Può diventare un sistema per aggiornare il proprio blog, oppure un sistema per avere un archivio di 1 Giga direttamente sul Web o, ancora, un metodo per pubblicare gallerie di immagini. Impazzano sulla rete Internet software e servizi, più o meno ufficiali, per sfruttare l’account di posta elettronica offerto da Google oltre le semplici possibilità di lettura e scrittura di e-mail.

Il sistema ha subito mosso le curiosità e l’ingegno dei navigatori, conquistando notorietà e pregio ad ogni passo. L’annuncio era appena stato divulgato che già su eBay comparivano i primi annunci di aste per gli inviti Gmail, unico metodo, anche ora, per poter ottenere l’accesso alla tanto agognata mailbox da un GByte.

Un sito, nato nel settembre 2004, si è addirittura premurato di creare uno snodo per il mercato degli inviti Gmail: ad ogni utente che inviava la propria richiesta di invito corrispondeva un altro utente pronto a soddisfarla. Il sistema, subito ribattezzato GMailOMatic, ha distribuito quasi 60 mila inviti in meno di un mese.

Mentre su forum, blog e newsgroup impazzava la ricerca di inviti Gmail, gli utenti più smaliziati cercavano il metodo per sfruttare, oltre la posta elettronica, il Giga di spazio che Gmail mette a disposizione. Sono così nati da più parti, software e servizi in grado di rivoltare come un calzino la posta di Google, per portarla a creare qualcosa di veramente nuovo.

GmailFS (Gmail Filesystem), ad esempio, è un sistema che permette di trasformare Gmail in un hard disk virtuale. Sviluppato in Python consente di ottenere, per piattaforme Linux, un hard disk virtuale, accessibile direttamente come se fosse nel proprio computer. Il sistema è simile a quello che propone Apple con l’indirizzo .Mac Mail, con due piccole differenze: l’e-mail di Apple supporta solo 125 MByte e l’abbonamento costa quasi 100 dollari l’anno. Il sistema è stato recentemente confezionato anche per Windows: è chiamato Gmail Drive e viene distribuito con un piccolo programmino in grado di installare in meno di un minuto un nuovo hard disk da 1 Giga basato su Gmail.

Ma l’inventiva non ha fine. Un programmatore messicano, ad esempio, ha rilasciato un set di script che rendono Gmail un sistema per pubblicare il proprio Blog. Basta inviare i messaggi al proprio indirizzo @gmail, creare un filtro per evidenziarli e saranno pubblicati su una pagina web, comprese le immagini inviate come allegato. Curioso il nome del sistema: Gallina Blog.

Ultimo arrivato fra gli “hacks” di Gmail è Goollery, nome che sta per Google Gallery, ossia una galleria di immagini basata su Gmail. Il sistema è simile a Gallina Blog: le fotografie inviate al proprio account Gmail saranno “lette” da una pagina web che provvederà a visualizzarle con il messaggio allegato, creando una vera e propria galleria di foto.

Google sembra, per lo meno, non ostacolare il proliferare di queste iniziative. L’autore di Gallina Blog ha dichiarato che solo nel primo periodo il suo blog basato su Gmail è stato temporaneamente disabilitato, per poi tornare subito online. La pubblicità e la sperimentazione di nuove funzionalità possono solo far bene ad un sistema ancora ufficialmente in versione Beta. In più non sembra al momento possibile che le funzionalità vengano sfruttate al di fuori della cerchia degli appassionati: per installare quasi tutte le modifiche è necessario infatti agire in profondità nella configurazione del sistema in uso.

Tutte queste piccole innovazioni vengono rilasciate gratuitamente e tutte, tranne il Gmail Drive per Windows, sono coperte dalla licenza open source GPL, che consente di scaricarle, modificarle a piacere e redistribuirle con le proprie modifiche. Tutte sono ancora in fase embrionale: soffrono di alcuni piccoli bug, sono limitate nelle funzioni, hanno ancora molte imperfezioni. Ma la strada è segnata e, Google permettendo, ne vedremo delle belle.

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