La lotta di Google allo spam e alle truffe portate a termine via email prosegue senza sosta. Il gruppo di Mountain View torna a parlarne oggi, con un nuovo post comparso sulle pagine del blog ufficiale, in cui l’azienda fornisce aggiornamenti sul livello di affidabilità garantito da Gmail e sugli accorgimenti da adottare in modo da rendere ancora più sicuro l’utilizzo della propria casella di posta elettronica. Ciò che balza all’occhio è un netto cambio di strategia attuato dagli spammer negli ultimi anni.
Per portare a termine un attacco, o meglio raggirare un utente spingendolo a fornire dati sensibili o altre informazioni, i malintenzionati ricorrono sempre più spesso all’invio di messaggi mediante un account conosciuto. Per questo motivo, secondo bigG, gli spammer si stanno letteralmente trasformando in “ladri d’identità”, intenzionati a mettere le mani sulle credenziali di accesso alle caselle email per prendere di mira tutti i contatti dell’utente compromesso. È in questa dinamica che si inseriscono le misure di sicurezza di Gmail.
Ogni volta che effettuate il login su Google, tramite browser Web una volta al mese, oppure attraverso un client email che controlla la presenza di nuovi messaggi ogni cinque minuti, il nostro sistema esegue una complessa analisi dei rischi per determinare se siete realmente voi ad eseguire l’autenticazione. In sintesi, sono oltre 120 le variabili valutate in questo processo.
Secondo Google, solo l’1% dello spam finisce tra la posta di Gmail, mentre il restante 99% viene correttamente filtrato prima di finire sotto gli occhi di chi usufruisce del servizio. Ciò nonostante, anche gli utenti sono chiamati a fare la loro parte per garantire la sicurezza della casella, innanzitutto scegliendo una password “forte”, ovvero composta da una stringa alfanumerica difficile da individuare (con lettere, numeri e simboli), poi aggiungendo la possibilità di ripristinare il proprio account mediante un numero di telefono o un secondo indirizzo email e infine abilitando la verifica 2-step per il login.