Gmail significa 1Gb di spazio a disposizione in modo totalmente gratuito. Tale spazio è offerto da Google come enorme casella di posta, ed il vantaggio che Google trae dal sistema ideato è insito nelle promozioni annesse all’uso della casella offerta. Se però gli usi che di questo gigabyte vengono fatti non sono corrispondenti alle intenzioni iniziali di Google, allora la casa di Moutain View vede cadere i presupposti del tutto.
Gmail, al di fuori delle polemiche circa la tutela della privacy dei propri utenti, ha visto nascere un movimento che tenta di sfruttare parassitariamente l’offerta Google per scopi diversi da quelli proposti. Il primo ovvio escamotage è l’uso della casella di posta come un hard disk esterno utile a fini di backup: si inviano i file che si desiderano proteggere alla propria casella di posta, quindi li si lascia sul server Google fino al prossimo utilizzo.
C’è chi addirittura ha pensato di invitare se stesso ad usare GMail (l’accesso al sistema è aperto solo agli invitati, e chiunque entra è autorizzato ad invitare), costituendo una catena lunga abbastanza da raccogliere almeno 5, 6, 7 o più Gb per avere una struttura di backup sufficientemente capiente.
Per migliorare ulteriormente l’uso di GMail come zona di “storage” è stato distribuito addirittura un applicativo apposito (GmailFS) in grado di mettere a disposizione una vera e propria struttura di file system con la possibilità di cancellare, spostare, editare, rinominare i file.
Tra gli ultimi “hack” emersi v’è l’uso di GMail come sistema ove far alloggiare i messaggi di un blog. L’ingegnoso Jonathan Hernandez ha trovato il metodo per pubblicare i messaggi ricevuti sulla casella di posta elettronica Gmail su un blog, dando vita ad un vero e proprio e-mail blogging. Il sistema è comunque tanto ingegnoso quanto formalmente vietato dalla policy GMail.