GMail, la webmail chimera da 1Gb proposta al mercato dal gruppo Google, trova un nuovo importante nemico sulla propria strada. Dopo le dure lettere di protesta provenienti dal World Privacy Forum e da altre organizzazioni per la difesa dei diritti dei cittadini, arrivano ora le prime prese di posizione dal mondo politico.
Liz Figueroa, senatrice democratica di Fremont (California), è la prima voce che si alza dall’ambito politico circa la polemica suscitata da GMail. Secondo la senatrice GMail costituisce una feroce invasione della privacy, «è come avere un enorme cartellone pubblicitario in mezzo alla propria casa», e pertanto si richiede a Google l’immediato abbandono del progetto.
La senatrice non è nuova ad iniziative di questo genere. E’ sua, ad esempio, la firma che ha avvalorato la “Do-Not-Call“, ovvero la legge che permette il personale diniego alla ricezione di marketing telefonico. L’8 Aprile Liz Figueroa aveva inviato le proprie considerazioni direttamente a Larry Page e Sergey Brin, senza però ricevere risposta che non fosse un «terreno in considerazione le sue osservazioni al fine di migliorare quanto più possibile il servizio webmail per i nostri utenti».
La legge europea sulla privacy riporta norme più rigide e GMail risulterebbe incompatibile con tale legislazione soprattutto a causa della non-cancellazione effettiva dei messaggi: secondo la normativa europea, infatti, i dati sensibili devono essere sotto il controllo dell’utente, e la eventuale richiesta di rimozione deve dunque essere coatta e fattiva.
In Gran Bretagna intanto si muovono le prime azioni contro GMail, in modo da prevenire l’avvento del servizio con una adeguata comunione di intenti tra movimenti di protesta ed autorità. Google si mantiene al momento fuori dalle polemiche e si limita a garantire che ogni singola parte in causa verrà ascoltata al fine di meglio regolamentare il servizio annunciato in Marzo.