Si chiama Goblin ed è il corpo celeste di tipo planetario più distante mai avvistato nel Sistema Solare. In realtà la sigla è 2015 TG387, “The Goblin” è solo per gli amici: ha un diametro di circa 300 chilometri e impiega 40.000 anni terrestri per compiere la sua orbita intorno al Sole.
La sua scoperta è avvenuta in modo casuale durante le ricerche per il Pianeta 9, noto anche come Pianeta X. Goblin è stato osservato nel 2015 ma è stato annunciato oggi all’International Astronomical Union’s Minor Planet Center e confermato grazie a un paper in corso di pubblicazione sull’Astronomical journal.
La scoperta di Goblin potrebbe presupporre la presenza del Pianeta 9. Almeno questa è la teoria dei ricercatori Scott Sheppard della Carnegie Institution for Science, Chad Trujillo della Northern Arizona University e David Tholen dell’università delle Hawaii. Questi sono i membri del gruppo che da diversi anni è alla ricerca del misterioso Pianeta 9, il potenziale e grande pianeta oltre Nettuno che nessuno ha mai osservato, appunto il nono del Sistema Solare.
Stando ai primi dettagli forniti l’ultimo corpo celeste scoperto si trova a circa 80 volte la distanza tra la Terra e il Sole. Goblin risulta essere il corpo celeste che viaggia più lontano dal Sole, o afelio, con un punto di massima distanza di 2.300 unità astronomiche.
Gli esperti sostengono che la presenza Goblin rappresenterebbe la probabilità dell’esistenza di un altro corpo molto grande con una massa di dieci volte superiore a quella della Terra, che a causa della sua enorme gravità andrebbe a “strattonare” le orbite dei corpi celesti anche lontani.
“Queste simulazioni non dimostrano che ci sia un altro pianeta massiccio nel nostro Sistema Solare, ma sono un’ulteriore prova che qualcosa di davvero grande potrebbe essere lì fuori”, ha dichiarato Chad Trujillo della Northern Arizona University. Mai come ora bisogna rimanere coi piedi per terra: “ciò che è stato scoperto, viste le dimensioni, non è che un asteroide piccolo, come ce ne sono decine di migliaia […] la presenza del Pianeta X è invece ancora tutta da dimostrare“, ha detto il segretario uscente della IAU, Piero Benvenuti.