Il caso Godado ha animato presto (e forse oltre il necessario) il passaparola italiano in Rete. Tutto nasce dalla diffida inviata da Godado a “Il Portalino”, diffida relativa al brevetto sulle ricerche correlate appena riconosciuto a Godado dopo anni di attesa. Dopo aver avuto modo di conoscere i fatti tramite il resoconto dell’interessato, Miran Pecenik, HTML.IT ha sentito la controparte.
La presa di posizione di Godado, innanzitutto, è volta a chiarire i fatti per porre fine all’ondata di confusione scatenata in queste ore. Federico Riva, inventore della tecnologia Thesaurus in discussione, intende evidenziare soprattutto l’essenza stessa del brevetto: «Il Thesaurus è una tecnologia di matching, ma vorrei chiarire subito che non ha niente a che fare con il text matching, che è invece una tecnologia di spidering. Quando un utente di Godado esegue una ricerca, grazie a Godado Thesaurus, questa viene ‘identificata’ come appartenente a una determinata area (il sistema funziona nel 97% dei termini ricercati) e l’utente può inoltre visualizzare una lista di termini attinenti il termine cercato, ordinati gerarchicamente, con la classica struttura del Thesaurus. Oltre a ciò si aggiungono delle funzioni come quella della sinonimia automatica, quella dello splitting (ovverosia proporre diversi significati per lo stesso termine utilizzato) e la traduzione in altre lingue del termine cercato. Questa l’essenza del Godado Thesaurus.»
Continua Riva: «Ultimamente ho avuto modo di leggere su alcuni forum che gli utenti pensavano avessimo brevettato una tecnologia di text matching. L’unica cosa che hanno in comune la tecnologia di matching di Godado Thesaurus e il text matching è il termine ‘matching’». Nulla da obiettare, dunque, sulle maschere di ricerca o su servizi come Google.
Le controdeduzioni che ipotizzavano una possibile incriminazione per ogni singolo sistema di ricerca, dunque, vengono sgonfiate con questa chiarificazione: non è stata brevettata la ricerca, nè tantomeno la struttura a directory tipica di altri motori (il cui principio è totalmente difforme). Il brevetto coinvolge invece tutti i sistemi di ricerca correlata ove la registrazione delle ricerche precedenti influenza le proposte “correlate” delle successive. E’ dunque possibile, se sarà confermata la buona fede di “Il Portalino”, che dichiara di aver usato semplicemente «moduli prelevati dalla Rete», una ulteriore estensione del caso.
Nulla è dato a sapersi infatti circa il futuro dell’iniziativa nella quale è stato coinvolto “Il Portalino”, nè tantomeno nulla trapela circa ulteriori iniziative legali: «Di questi dettagli si occupa uno studio legale specializzato in brevetti che sta seguendo tutta la pratica per conto di Godado Italia. Se il vostro lettore ha letto quali sono le caratteristiche del Godado Thesaurus (che nulla ha a che fare con il text matching come molti sembra abbiano erroneamente compreso) non avrà alcuna difficoltà a rintracciare nel web italiano numerosi siti – da quelli molto rinomati a siti meno noti – che utilizzano la stessa invenzione di Godado Thesaurus».
Per questi siti, come paventato da Federico Riva, si apre un bivio: la prima ipotesi è la rinuncia all’utilizzo in infringment della tecnologia sotto brevetto; la seconda ipotesi è la semplice regolarizzazione della propria posizione mediante una richiesta di concessione in licenza della tecnologia di Godado Thesaurus.