Il Governo ha deciso di sanzionare TIM per ben 74,3 milioni di euro pari all’1% del fatturato complessivo di TIM e di Vivendi. Questa multa senza precedenti è stata comminata su proposta di Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico, al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per la violazione alle normative sulla Golden Power. La multa è stata comminata ai sensi dell’articolo 2 comma 4 del DL 15/3/2012 n. 21. In sintesi, TIM avrebbe violato l’obbligo di notifica dell’acquisizione del 23,9% del capitale del Gruppo da parte di Vivendi.
La multa può essere vista anche come una sorta di sentenza definitiva sul caso TIM-Vivendi da parte del Governo che lo scorso anno aveva deciso di esercitare la Golden Power per proteggere gli asset strategici della rete dell’operatore a seguito dell’acquisizione della maggioranza del capitale da parte della società francese. Ma nonostante le aperture di Vivendi e il recente cambio di governance, il Governo sembra aver voluto procedere per la sua strada e deciso di multare TIM. Qualcuno aveva già provato a fare i conti visto che la multa sembra negli ultimi tempi imminente e alcune indiscrezioni affermavano che la sanzione avrebbe potuto essere ancora più alta e cioè pari a 300 milioni di euro.
TIM è prontamente intervenuto su questa decisione affermando di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. In ogni caso, l’operatore ha già presentato ricorso sulle contestazioni sollevate dal Governo. TIM ha evidenziato, infatti, di non aver mai assunto decisioni circa atti dispositivi degli asset strategici il cui status e disponibilità da parte della società sono rimasti sempre immutati.
Le vicende che hanno riguardato la qualificazione giuridica del rapporto tra TIM e il socio Vivendi non hanno nulla a che vedere con gli obblighi di notifica della società e sono disciplinati specificamente da altra disposizione della stessa norma alla stessa non applicabile.
Anche in funzione del mutato quadro di governance, TIM conferma la propria incondizionata volontà di collaborare con il Governo per assicurare piena armonia con ogni prescrizione finalizzata alla tutela della sicurezza nazionale. La Società ritiene tuttavia che il quadro normativo non consenta di identificare in TIM il responsabile della sanzione e si riserva ogni valutazione al riguardo, anche a seguito degli approfondimenti che verranno immediatamente avviati.
TIM, quindi, è deciso ad opporsi alla decisione presa dal Governo anche perché la multa, se dovesse essere effettivamente pagata, peserebbe sensibilmente sui conti della società, impedendo o quasi il raggiungimento di alcuni importanti obiettivi economici tra cui quello di tornare a generare un dividendo.