Stando a quanto riportato da The Intercept, sembrerebbe che Google abbia accantonato la sua controversa iniziativa riguardante il motore di ricerca censurato per la Cina.
L’ultima mossa di Alphabet sembrerebbe arrivare in seguito alla protesta di centinaia di dipendenti sul progetto, noto come Dragonfly. Dopo anni di assenza dal mercato cinese per quanto riguarda la ricerca sul web, Google aveva voluto lanciare Dragonfly all’inizio del 2019, anche se ora, tra le proteste dentro e fuori la società, la pressione sembra aver indotto i leader ad “accantonarlo almeno a breve termine”, dice l’articolo, che cita due fonti anonime. Molti ingegneri di Google che lavoravano al motore di ricerca per la Cina sarebbero stati pertanto assegnati a progetti relativi a Brasile, Indonesia, Russia e altri Paesi.
Una portavoce di Google avrebbe riferito in un’e-mail che l’intenzione di servire gli utenti cinesi c’è sempre, tuttavia. La scorsa settimana il CEO della società, Sundar Pichai, ha risposto vagamente alle domande sul progetto Dragonfly in tribunale. In tale occasione, l’amministratore delegato ha affermato:
Al momento, non abbiamo in programma di lanciare un motore di ricerca in Cina.
Resta da vedere per quanto tempo Google riuscirà a resistere al mercato cinese e, soprattutto, se l’azienda di Mountain View confermerà ufficialmente l’abbandono momentaneo del progetto per il “Paese del Dragone”. Nel frattempo, BigG ha pianificato l’introduzione di un’interessante funzionalità per l’Assistente Google: facendogli domande sul proprio volo, l’utente riceverà delle previsioni con accuratezza dell’85%, in modo tale da sapere ben prima della comunicazione delle agenzie se c’è il rischio di un rinvio. Un’opzione comoda soprattutto in questo periodo dell’anno, dove gli aeroporti pullulano di gente in partenza per le festività natalizie.