Presto o tardi anche Google+ accetterà che gli utenti possano iscriversi e farsi riconoscere non soltanto tramite nome e cognome reali, ma anche tramite pseudonimi. Lo ha confermato Vic Gundotra (voce ufficiale del social network di Mountain View), ponendo così fine ad una diatriba che si faceva largo fin dalla nascita del servizio. Nessuna scadenza, per ora, ma c’è la promessa. E per ora può bastare.
Diatriba che, peraltro, aveva già anche un nome tutto suo: Nymwars, ossia l’attrito in corso tra le policy imposte da Google e la volontà degli utenti di nascondersi dietro pseudonimi durante la propria attività online. L’Electronic Frontier Foundation in tal senso urla chiaramente alla vittoria: «Sebbene la EFF riconosca il diritto delle aziende nel determinare le proprie stesse policy, abbiamo ripetutamente appoggiato le posizioni degli utenti che volevano utilizzare uno pseudonimo per garantirsi la piena libertà di espressione online».
Google ha aperto uno spiraglio nello speech dedicato al Web 2.0 Summit di San Francisco, ove il gruppo ha spiegato di voler «supportare altre forme di identità». Al momento, insomma, la soluzione non è ancora chiara, ma è chiara invece la direzione intrapresa: inversione di marcia circa l’uso esclusivo di nome e cognome per l’identificazione della persona e maggior disponibilità circa l’uso dei soprannomi.
L’utenza potrà così iscriversi a Google+ con maggior libertà. Ed è questo un aspetto che Google potrebbe presto giocare anche a proprio vantaggio: Facebook, infatti, ad oggi ancora costringe l’utenza ad identificarsi con nome e cognome reali (pena la possibile cancellazione dell’account), limitando così le opportunità disponibili per coloro i quali intendono invece celare la propria identità. Difficilmente in tal senso Facebook potrà fare un passo verso Google così come fatto finora con altre funzionalità (dalle cerchie sociali ai parametri di impostazione della privacy): l’identità è un punto fermo del social network di Mark Zuckerberg ed è caposaldo del modo in cui la community da 800 milioni di utenti si è strutturata fino ad oggi.