Al momento, il sistema operativo Android detiene una quota di market share che supera l’80% in Corea del Sud. Nel paese asiatico la FTC (Fair Trade Commission) sta esaminando gli accordi definiti MADA (Mobile Application Distribution Agreement) siglati tra Google e Samsung nel 2011, per verificare se siano stati attuati comportamenti anticoncorrenziali o meno.
La questione non è del tutto nuova: l’attenzione è puntata su presunti obblighi imposti da bigG ai suoi partner OEM in modo da forzare l’inclusione dei servizi legati all’ecosistema di Mountain View all’interno dei dispositivi mobile, come il motore di ricerca per trovare le informazioni in Rete, la piattaforma Play Store per il download dei software e alcune applicazioni preinstallate. È stato preso in considerazione anche il patto “anti-fragmentation”, che avrebbe impedito a Samsung di sviluppare un proprio sistema operativo basandosi sul codice di Google. Questa la posizione del colosso californiano.
Android è una piattaforma open source. Gli accordi con i nostri partner sono del tutto volontari: chiunque può utilizzare Android senza Google. Il sistema operativo Android può essere scaricato gratuitamente. Può essere modificato e utilizzato per realizzare uno smartphone. Molte aziende hanno utilizzato il codice sorgente di Android come punto di partenza per sviluppare i loro sistemi operativi.
Già nel 2013 l’attività di bigG era finita nel mirino delle autorità in Corea del Sud, ritenuta dai motori di ricerca locali Naver e Daum colpevole di aver intaccato le loro possibilità di espansione proprio attraverso gli accordi MADA. Allora le accuse erano decadute poiché ritenute infondate. Per una questione del tutto simile, lo scorso anno il governo russo ha commissionato a Google una sanzione pari a 6,75 milioni di dollari, mentre in Europa l’indagine è in corso e non si è ancora giunti a un verdetto definitivo.