Google aiuta Samsung: non abbiamo copiato da Apple

Un dirigente Google ha testimoniato in favore di Samsung nella causa contro Apple sostenendo che il team non ha copiato da iOS per le feature di Android.
Google aiuta Samsung: non abbiamo copiato da Apple
Un dirigente Google ha testimoniato in favore di Samsung nella causa contro Apple sostenendo che il team non ha copiato da iOS per le feature di Android.

Gli ingegneri di Google non hanno mai copiato le caratteristiche degli iPhone per utilizzarle in Android. È quanto ha dichiarato Hiroshi Lockheimer, vice presidente della divisione Android, durante la testimonianza in aula nella seconda, grande causa Apple contro Samsung.

Apple ha accusato nuovamente Samsung di aver utilizzato indebitamente alcuni suoi brevetti per costruire dei dispositivi mobile troppo simili agli iPhone e agli iPad, e Samsung ha chiesto aiuto a Google poiché, a suo parere, quattro delle cinque funzionalità sotto accusa derivano da Android, tanto che il gigante statunitense le ha realizzate ancora prima che Cupertino le brevettasse. Chiamato a testimoniare proprio da Samsung, Hiroshi Lockheimer ha esplicato alla giuria le prime fasi dello sviluppo del robottino verde dichiarando che gli ingegneri hanno cercato in ogni modo di rendere il software diverso da iOS.

«Abbiamo voluto avere una nostra identità, abbiamo voluto realizzare le nostre idee«, ha detto il vice presidente di Android. «Ci siamo appassionati molto a quello che stavamo facendo e per noi era importante avere le nostre idee». Lockheimer si è unito al team Android nell’aprile del 2006 e ha gestito la squadra come se fosse una startup, poiché a quei tempi vi lavoravano solo 20-30 persone. Attualmente, il team che si occupa del robottino verde conta circa 600-700 dipendenti.

«La gente tende a pensare a Google come a una grande azienda, ma eravamo una piccola squadra. Eravamo autonomi e la compagnia ci ha lasciato fare le nostre cose», ha specificato il dirigente, spiegando anche che molte delle funzionalità di Android sono state sviluppate tra il 2005 e il 2006, ovvero prima del lancio del primo telefono Android di HTC (ottobre 2008). Proprio tale tempistica rappresenta uno degli elementi chiave della tesi di Samsung, che sostiene che sia stata proprio Google a creare le caratteristiche sotto accusa prima che Apple le brevettasse.

Lockheimer è solo uno dei dirigenti di Google chiamati a testimoniare nel processo Samsung vs Apple: a breve vi saranno anche le testimonianze di altri come Dianne Hackborn e Cary Clark, i quali dovranno esplicare a giudice e giuria le fasi di progettazione, sviluppo e funzionamento di Android, così come le eventuali modifiche apportate al sistema operativo.

Apple chiede a Samsung ben 2 miliardi di dollari per aver utilizzato le sue proprietà intellettuali mentre Samsung vorrebbe dalla rivale circa 7 milioni di dollari per aver violato due dei propri brevetti software. La casa di Cupertino non ha citato in giudizio Google poiché tale azienda non produce telefoni o tablet, ma ha citato le aziende che costruiscono e vendono i prodotti con Android, puntando il dito soprattutto contro la diretta rivale coreana. In particolare, Apple ritiene che Samsung abbia copiato volontariamente le funzionalità dei suoi prodotti e per tale motivo si aspetta che Google apporti delle modifiche al proprio software mobile.

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