Google al 60%, ma con un 'ma'

Il presente è di Google ed il futuro anche, ma alcuni segnali potrebbero delineare all'orizzonte una inversione di tendenza lungi ancora dal manifestarsi: Google occupa oggi il 60% del mercato ma il coraggio della concorrenza potrebbe invertire il trend
Google al 60%, ma con un 'ma'
Il presente è di Google ed il futuro anche, ma alcuni segnali potrebbero delineare all'orizzonte una inversione di tendenza lungi ancora dal manifestarsi: Google occupa oggi il 60% del mercato ma il coraggio della concorrenza potrebbe invertire il trend

I dati Hitwise hanno fotografato l’ennesima crescita del mercato di Google a scapito della concorrenza. A Giugno la percentuale di query composte sul motore di Larry Page e Sergey Brin ha raggiunto quota 60.2% con nulla di variato nelle posizioni di rincalzo: Yahoo è al 22.5%, MSN Search all’11.8%, gli altri raccolgono poco più del 5% complessivamente.

C’è però un “ma”. Se è vero che Google sta crescendo a dismisura e non sembra trovare ostacoli sulla propria strada, è altrettanto vero che tutto ciò è stato possibile grazie alla cecità concorrente che ha portato a sfidare il motore sulle basi dettate dal motore stesso. La corsa all’imitazione di Google ha dunque fatto il gioco del leader. Nel momento in cui la concorrenza si è accorta dell’errore compiuto un faticoso lavoro di conversione è iniziato e, secondo una ricerca Keynote Systems, i primi risultati sarebbero in arrivo.

La diversificazione dell’offerta e la creazione di una precisa impronta alle diverse esperienze di ricerca ha fatto in modo che parte degli utenti scegliesse altri motori per le proprie attività, creando un piccolo nocciolo duro dal quale ripartire. Secondo Keynote Systems a giovarsi maggiormente di questa inversione di tendenza sono Yahoo, MSN Search ed Ask.com, i tre motori che con più coraggio hanno delineato un percorso proprio da portare avanti.

La soddisfazione dell’utente rimane al momento ancora il parametro più importante per un motore di ricerca: l’utente insoddisfatto tende a cambiare lo strumento in uso e buona parte della dispersione può dunque essere causato da un servizio mal prestato o da una ricerca ritenuta insufficientemente performante. Sotto questo punto di vista Google gode ancora della miglior posizione, ma nonostante la crescita il trend potrebbe cambiare e l’intraprendenza dei “piccoli” potrebbe diventare (in un’ottica di lungo periodo) una minaccia a quello che, altrimenti, diverrebbe un quasi monopolio (che il mercato rifiuta per propria natura).

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