I progressi nel campo dell’intelligenza artificiale sono costanti e le aziende che ambiscono ad avere un ruolo di primo piano nel settore non possono permettersi di adagiarsi sugli allori. Il discorso vale anche per Google, il colosso delle ricerche online che ormai da anni è impegnato nello sviluppo di sofisticate tecnologie AI.
Le ultime frontiere in questo campo riguardano la creazione di modelli linguistici dotati di capacità di ragionamento. Si tratta di soluzioni intelligenti in grado di andare oltre le semplici interazioni con gli umani, fino a spingersi nell’esecuzione di operazioni aventi un certo grado di complessità. Si tratta, ad esempio, dell’elaborazione di modelli scientifici, di effettuare complicati calcoli matematici o di cimentarsi con la programmazione.
Il punto di riferimento è al momento o1 di OpenAI, un’intelligenza artificiale che ha superato le prestazioni offerte dal predecessore, GPT-40. Google non intende però rimanere indietro e non sorprendono quindi le voci che vorrebbero Big G al lavoro su una propria AI in grado di competere con la quotata rivale.
L’AI di Google “ispirata” da AlphaProof e AlphaGeometry 2
Le notizie diffuse da Bloomberg indicano che diversi team all’interno di Google starebbero lavorando alla realizzazione di un modello di ragionamento avanzato le cui basi potrebbero essere riprese da AlphaProof e AlphaGeometry 2, i due modelli specializzati rispettivamente nel ragionamento matematico e nella risoluzione di problemi di tipo geometrico.
AlphaProof e AlphaGeometry 2 sono considerati molto promettenti, tanto da aver dimostrato le loro potenzialità risolvendo alcuni problemi alle Olimpiadi Internazionali di Matematica (IMO). Il merito di tali abilità è legato all’innovativo approccio definito “a catena di pensiero” implementato in questi modelli.
L’intelligenza artificiale che ragiona come gli umani
Gli algoritmi AI di questo tipo sono in grado di elaborare una catena di pensieri articolata che consente loro di “ragionare” in maniera simile alla mente umana. In questo modo possono risolvere anche problemi complessi con un grado di precisione e affidabilità mai raggiunti finora.
A tal proposito basti pensare che il modello o1 di OpenAI è riuscito ad affrontare l’esame di qualificazione alle Olimpiadi di matematica con un’accuratezza delle risposte pari all’83%, un risultato decisamente impressionante se si pensa che il suo predecessore, GPT-40, si è fermato ad appena il 13%.
Visti i risultati incoraggianti è assolutamente logico che anche Google non voglia essere da meno, per cui c’è una certa curiosità per quello che riusciranno a fare dalle parti di Mountain View.