L’impegno di Google nella lotta ai cambiamenti climatici è noto a tutti coloro che seguono l’attività del gruppo. Lo testimoniano iniziative come i numerosi investimenti negli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, così come il sostegno alla Energy Foundation che lo scorso anno si è concretizzato in una donazione da 2,65 milioni di dollari. Eppure, una mossa di bigG è sembrata poco eco-friendly.
Si tratta del supporto all’American Legislative Exchange Council (ALEC), associazione composta da legislatori statali e sostenitori della politica del settore privato. La posizione assunta dal gruppo nei confronti della questione legata al climate change è chiara: il problema non esiste o comunque non è destinato a portare alle conseguenze catastrofiche per il pianeta previste da gran parte della comunità scientifica. Da qui la scelta di ostacolare le proposte legislative per la diminuzione dell’utilizzo di combustibili fossili e il progressivo passaggio all’energia pulita. Un pensiero che stride con quello di Mountain View, tanto da far finire l’azienda sotto accusa.
A far chiarezza ci ha pensato Eric Schmidt, interpellato sull’argomento durante un’intervista al The Diane Rehm Show. Il chairman del motore di ricerca è stato chiaro: si è trattato di un errore, al quale l’azienda ha intenzione di rimediare in tutta fretta. Di seguito la sua dichiarazione, che non lascia spazio a interpretazioni.
Tutti sono a conoscenza del cambiamento climatico in atto e le persone che lo negano stanno danneggiando in modo significativo i nostri figli e nipoti, rendendo il mondo intero un posto peggiore. Non dovremmo sostenerli. Stanno letteralmente mentendo.
Google non è il solo protagonista del settore hi-tech ad aver appoggiato l’attività dell’ALEC. In passato anche Microsoft ha sostenuto il gruppo, facendo poi un passo indietro per le stesse ragioni che stanno ora spingendo bigG a prendere le distanze dalla politica dell’associazione. La partnership tra le due realtà durerà fino al termine dell’anno, come da accordi già presi, ma non sarà poi rinnovata. Di seguito la replica di Lisa Nelson, amministratore delegato dell’American Legislative Exchange Council.
Ci dispiace apprendere che Google abbia deciso di non essere più nostro membro in seguito alla pressione esercitata da parte di organizzazioni e individui che intenzionalmente interpretano le politiche del libero mercato come il negare i cambiamenti climatici. ALEC crede nella libertà di parola e d’espressione. Google è una voce autorevole su queste ed altre questioni e sentiremo la mancanza della sua prospettiva nei temi che discuteremo.