In una realtà sempre più complessa e sfaccettata, la comunità scientifica ricorre con maggiore frequenza alla Rete per mettere in condivisione i propri risultati in maniera rapida e sicura. Partendo da questo presupposto, Google sarebbe in procinto di lanciare un nuovo servizio dedicato ai tanti ricercatori che, ogni giorno, sfruttano le potenzialità della rete. Attraverso il proprio dominio research.google.com, Mountain View offrirà alcune centinaia di terabytes alla comunità scientifica per l’archiviazione e la creazione di database con dati e risultati delle ricerche.
Annunciato in via ufficiosa nell’estate scorsa con il nome Palimpsest, il servizio ha subìto negli ultimi mesi alcuni ritardi, ma dovrebbe vedere presto la luce in una nuova forma in stile Web 2.0. Per rendere maggiormente fruibili le informazioni caricate nei database, gli sviluppatori di Google avrebbero pensato a un’interfaccia molto simile al sito di video sharing YouTube. I ricercatori dovrebbero quindi avere la possibilità di lasciare commenti e valutare la qualità delle ricerche scientifiche proposte dai loro colleghi.
Molti dei dettagli sui nuovi servizi offerti da Google per la comunità scientifica non sono ancora stati diffusi, ma le anticipazioni fornite da alcune fonti interne prospettano un’operazione su larga scala comparabile alla digitalizzazione dei milioni di libri per Google Books. Salvo possibili smentite, due enormi archivi da 120 Tb ciascuno sarebbero stati ormai terminati: uno interesserebbe la sterminata collezione di immagini raccolte in questi anni da Hubble, il famoso telescopio spaziale da anni caro alla comunità di astronomi. L’altro archivio conterrebbe, invece, l’integrale digitalizzazione del Palinsesto di Archimede, un codice su pergamena del decimo secolo di estremo valore per la storia della scienza. A distanza di un millenio, il nuovo Palimpsest digitale di Google potrebbe rivoluzionare ancora una volta la complessa realtà della comunità scientifica.