Google allunga le mani in Russia

Il motore di ricerca acquisisce un'importante società di distribuzione pubblicitaria britannica ma operante in Russia, all'interno di un più vasto piano per l'allargamento in quello che tra poco smetterà di essere un mercato emergente
Google allunga le mani in Russia
Il motore di ricerca acquisisce un'importante società di distribuzione pubblicitaria britannica ma operante in Russia, all'interno di un più vasto piano per l'allargamento in quello che tra poco smetterà di essere un mercato emergente

Google estende il proprio impero anche verso la Russia: il grande mercato, non ancora totalmente esploso, ha ora infatti tra i suoi player principali anche il motore di Mountain View che dopo l’acquisto di Begun Advertising pianta la sua bandierina oltre gli Urali.

La trattativa ha trovato definizione intorno ai 140 milioni di dollari, cifra che Google verserà a Rambler Media, una società britannica che opera come portale in Russia. Ma oltre alla vendita del distaccamento pubblicitario Rambler ha siglato anche un altro accordo separato con Google per la fornitura di pubblicità contestuale sul suo sito.

Ricapitolando le fasi un po’ confuse dell’accordo, Rambler deve prima acquistare il resto della società (che ad ora controlla al 50,1%) da Bannatyne Limited (che prenderà ben 69,9 milioni dei 140 che stanno per arrivare) e poi rivenderà tutto a Mountain View. Rimasta tuttavia senza una concessionaria pubblicitaria, la Rambler si deve quindi rivolgere di nuovo a Google per ottenere quei servizi dei quali non può più disporre.

Tutta la transazione sarà portata a termine entro settembre, anche se poi la compagnia continuerà a guidare Begun fino alla fine del 2008. «L’accordo che abbiamo stretto illustra bene la nostra intenzione di investire in Russia, dove la pubblicità sta guadagnando sempre più importanza» ha dichiarato Mohammad Gawdat, il direttore di Google per i mercati emergenti.

Il mercato russo infatti, per stessa ammissione di Rambler Media, sta crescendo tantissimo a tassi anche del 50% annuo e potrebbe superare il valore di un miliardo per l’anno 2010.

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