Disporre di un ampio e completo portfolio brevetti è divenuto di primaria importanza per garantire al proprio business solidità e lungimiranza. Lo hanno capito tutti i big del panorama tecnologico, che di recente hanno messo mano al portafogli per acquisire proprietà intellettuali da sfruttare in futuro nella realizzazione di dispositivi e nuove tecnologie. Dopo essere rimasta fuori dai giochi nell’affare Nortel, Google non ha intenzione di perdere tempo e prova a rifarsi subito mettendo gli occhi su InterDigital.
Si tratta di una società fondata all’inizio degli anni ’70 a Philadelphia, che oggi vanta un folto pacchetto di brevetti legati al settore mobile e alle applicazioni in ambito wireless. Stando alle indiscrezioni odierne il colosso di Mountain View si è già dichiarato pronto a staccare un assegno da ben 200 milioni di dollari per appropriarsene, sempre che non siano ancora i rivali storici (Apple e co.) a soffiarglielo da sotto il naso.
Solamente in relazione al territorio statunitense, InterDigital detiene la paternità di circa 1.300 brevetti, mentre altri 7.500 sono stati depositati nel resto del mondo. Un numero destinato a crescere ulteriormente, dato che prima della fine del 2010 l’azienda ha inoltrato altre 1.200 domande negli USA e oltre 8.500 nel resto del pianeta.
Appropriarsi di un così considerevole pacchetto di tecnologie consentirebbe a Google di proseguire con più serenità nel suo business legato alla telefonia mobile, fatto di smartphone, tablet e dell’intero ecosistema Android, evitando in futuro il rischio di inciampare in diatribe legali come quella che di recente ha trascinato i legali di Apple e Samsung nelle aule di tribunale di mezzo mondo.