Non soltanto Google: nel mirino dell’Antitrust USA finiscono anche Apple, Facebook e Amazon. Il motivo è sempre da ricercarsi nelle pratiche monopolistiche e le indagini, parte di una più ampia revisione per capire se i colossi hi-tech usassero le loro dimensioni per agire in modo anticoncorrenziale, hanno condotto l’ente che regola il mercato statunitense ad aprire un’inchiesta. Se il colosso della ricerca (o meglio, la sua società madre Alphabet) non è nuovo a indagini simili, Amazon potrebbe essere soggetta a un’inchiesta aperta dalla Federal Trade Commission.
Le conseguenze erano facilmente prevedibili: i titoli dei giganti della tecnologia sono crollati a Wall Street, e molti lo considerano il primo passo verso un ridimensionamento delle aziende. La caduta in borsa delle società ha avuto pesanti conseguenze anche per il Nasdaq, la borsa dei titoli tecnologici di Wall Street protagonista di una seduta negativa, scesa fino a perdere l’1,5%.
Alphabet ho perso fino al 6,5%, mentre Amazon e Facebook sono calate rispettivamente del 3,2 e del 7,3%. Non è da escludere che questa possa essere l’occasione adatta per “scorporare” i grandi gruppi tecnologici, dal momento che da tempo si è aperto a Washington il dibattito sulle loro eccessive dimensioni. Tra coloro a favore di un ridimensionamento delle società si annovera Elizabeth Warren, la senatrice democratica candidata alle presidenziali del 2020, ma anche lo stesso presidente Donald Trump, che ha più volte criticato Google, sebbene non per motivi economici (ma perché sostiene che YouTube favorisca i democratici ai repubblicani).
Se Facebook e Google rischiano per pratiche monopolistiche, discorso leggermente diverso vale per Amazon: il colosso del commercio online è infatti accusato per “mancata competizione”, in quanto limiterebbe la vendita di prodotti ai rivenditori terzi che usano la piattaforma di Bezos come vetrina.