Come ormai da tradizione, anche la prossima release del sistema operativo mobile di Google prenderà il nome da un dolce: l’appellativo di Android 9.0 inizierà con la P, seguendo in ordine alfabetico i predecessori Marshmallow, Nougat e Oreo. Impossibile ora capire quale sarà il dessert scelto, ma una cosa è certa: la nuova versione, già in fase di sviluppo e perfezionamento, è nota a Mountain View con il codename Android Pi.
Lo si apprende da alcuni documenti caricati su AOSP (Android Open Source Project). Una delle ipotesi è che bigG potrebbe già aver scelto di chiamare la release semplicemente Pie (in italiano “torta”) anziché optare per il nome di un dolce specifico. Tutte supposizioni, al momento, i primi indizi concreti non arriveranno con tutta probabilità prima dell’evento I/O 2018 dedicato alla community di sviluppatori e che andrà in scena in primavera. La distribuzione di Android 9.0, invece, è attesa a partire dall’estate, inizialmente sui più recenti dispositivi a marchio Google (compreso il Pixel 2 XL), per poi accompagnare i futuri top di gamma sul mercato.
Amusing: new commits in AOSP refer to the next version of Android as "Android Pi" which is clearly not a dessert, though maybe shorthand for Android Pie.https://t.co/LXxv4MUYhnhttps://t.co/DH0TlgxiBR
Let the speculation begin!#AndroidP #Android9
— Mishaal Rahman (@MishaalRahman) January 17, 2018
Restando in tema, Google ha però un’incombenza prioritaria da gestire, ben più importante rispetto alla scelta del nome per la prossima release: stiamo parlando della frammentazione del sistema operativo, ancora oggi vero e proprio tallone d’Achille della piattaforma. Per capire l’entità del problema è sufficiente pensare che, a distanza di quasi cinque mesi dal debutto ufficiale, Oreo è oggi presente solamente sullo 0,7% dei dispositivi in circolazione. A poco sembrano essere finora serviti il Project Treble messo in campo da bigG e il supporto da parte dei produttori di terze parti. Servono aggiornamenti più rapidi e puntuali.