Il mondo WebKit vive una profonda scissione: Google ha annunciato che d’ora innanzi il proprio browser Chrome si baserà infatti su di un nuovo motore di rendering denominato “Blink“, determinando così una rottura improvvisa che va a dividere l’intera squadra di browser fino ad oggi accomunata sotto la bandiera di WebKit.
Blink è una community open source inclusiva
Non sarà un passaggio semplice e questo Google dimostra di saperlo per bene: «Non è stata una decisione facile. Sappiamo che l’introduzione di un nuovo motore di rendering può avere significative implicazioni per il Web». E continua il comunicato di annuncio sul blog del progetto Chromium:«Tuttavia, crediamo che avere più motori di rendering – così come avere più browser – aumenterà l’innovazione e nel tempo migliorarà lo stato di salute dell’intero ecosistema del Web aperto». WebKit aveva iniziato la propria corsa nel 2005, quando Apple rese open source il progetto aprendo così nel tempo le porte anche a nuove pulsioni come quella da cui è nata Chrome. La crescita si Safari e Chrome ha reso WebKit un vero successo costellato di una miriade di piccoli browser ulteriori, con una erosione lenta e continua del dominio di Internet Explorer a fare da contesto a questa grande cavalcata. L’idillio, però, finisce qui: Blink è il risultato della scissione, è la chiusura di un capitolo e l’apertura di uno scenario che si preannuncia molto differente.
La mission, le caratteristiche, i principi e l’organizzazione pensati per Blink sono già descritti in una apposita pagina sul blog Chromium: sarà questa la base di partenza per tutti coloro i quali intenderanno collaborare al progetto assieme a Google.
Nel breve periodo, spiega Google, non dovrebbero esserci scossoni: Blink si baserà su WebKit ed i primi passi sul nuovo percorso non si discosteranno troppo dal motore precedente. Nel tempo, però, Google conta di arrivare a cancellare fino a 7000 file e fino a 4,5 milioni di linee di codice, sfociando in un motore più stabile e con un minor numero di vulnerabilità. «Durante questa transizione collaboreremo a stretto contatto con altri produttori di browser per far avanzare il Web e per preservare la compatibilità che ha determinato il successo di questo ecosistema.
Ed un altro produttore di browser si è immediatamente allineato alla nuova idea: Opera Software ha immediatamente lanciato il proprio messaggio di benvenuto a Blink ed ha assicurato futura collaborazione sul progetto. Blink, insomma, sarà nel breve periodo già su due browser tra quelli di prima fila. Apple, invece, rimane sola: Safari sarà l’ultimo baluardo di WebKit, mentre Internet Explorer viaggia in solitaria su Trident e Mozilla gestisce Firefox attorno a Gecko. La guerra dei browser diventa pertanto giocoforza anche una guerra di motori di rendering e l’improvvisa svolta dettata da Google va intesa come un vero e proprio terremoto che nel lungo periodo cambierà, e non poco, gli equilibri odierni.