La Commissione Europea potrebbe pronunciarsi il mese prossimo sulla questione che ormai da diverso tempo vede Google, più precisamente la sua attività legata all’ecosistema Android, al centro di un’indagine. È bene chiarire che al momento si tratta solamente di una voce di corridoio, non confermata né smentita in via ufficiale, riportata dalla testata POLITICO sulla base di informazioni riferite da una fonte rimasta anonima, ma ritenuta a conoscenza dei fatti.
Si parla di una sanzione che potrebbe raggiungere gli 11 miliardi di dollari, quasi 9,3 miliardi di euro. Una cifra record, calcolata considerando che l’organismo antitrust ha il potere di infliggere multe che arrivano al 10% del fatturato di un gruppo a livello globale. Utilizzare il condizionale è in ogni caso d’obbligo.
Tutto ha avuto inizio nel 2016, quando l’Europa ha esplicitato l’intenzione di far luce sui requisiti imposti dal colosso californiano ai produttori di smartphone per l’utilizzo del sistema operativo, arrivato in pochi anni a fagocitare la fetta più grande di market share. L’accusa parla di restrizioni lesive per la concorrenza e per la libertà degli utenti legate all’obbligo di preinstallare software come il browser Chrome per la navigazione e all’impostazione di Google come motore predefinito per le ricerche online.
Lo scorso anno da Bruxelles è giunta una multa da 2,42 miliardi di euro per l’attività legata allo strumento comparativo di Shopping. Considerando che Android è attualmente presente su oltre l’80% dei dispositivi mobile a livello continentale, l’ammontare potrebbe essere questa volta ben più elevato e avere serie ripercussioni sul business dell’azienda.
La parola passa dunque ora a Margrethe Vestager, che secondo l’indiscrezione odierna ufficializzerà la decisione presa della Commissione Europea entro il mese prossimo. La posizione di Google in merito alla questione è chiara fin dall’inizio.
Android ha contribuito allo sviluppo di un ecosistema rilevante (e, ancora più importante, sostenibile) basato su un software open source e sull’innovazione aperta. Saremo felici di lavorare con la Commissione Europea per dimostrare che Android è un bene per la concorrenza ed è un bene per i consumatori.