L’ormai longeva vicenda che vede Google coinvolta in un’indagine da parte dell’antitrust europeo potrebbe essere agli sgoccioli. Arriva dalle pagine di Reuters la notizia di un possibile accordo tra il gruppo di Mountain View e la commissione, dopo che la proposta inoltrata nel settembre scorso da bigG è stata letteralmente bocciata dal commissario Joaquin Almunia. Per l’azienda californiana è l’ennesima occasione per evitare una sanzione che potrebbe arrivare a toccare la cifra record di 5 miliardi di dollari, oppure il 10% dei profitti generati nel corso del 2012.
La fonte, pur restando anonima, è definita come attendibile. Un comunicato ufficiale sulla decisione definitiva potrebbe arrivare già nei prossimi giorni, o al più tardi entro qualche settimana. Interpellati dall’agenzia di stampa sulla questione, i vertici del motore di ricerca si sono trincerati dietro il più classico dei no comment: “Non rilasciamo dichiarazioni in merito a rumor e speculazioni”.
Restano ancora ignote le concessioni che Google avrebbe inserito nella nuova versione del documento, la terza dall’inizio delle indagini risalente a quasi tre anni fa. A quanto pare sono però state ritenute soddisfacenti dalla commissione che ha già avuto modo di esaminarle, in particolare per le modalità con le quali bigG promette di trattare l’indicizzazione dei link verso i propri concorrenti e l’utilizzo di contenuti prelevati dalle piattaforme gestite da soggetti terzi.
L’intera vicenda ha preso il via quando l’organismo europeo per la tutela della concorrenza (in concomitanza con quello statunitense) ha puntato il dito contro il motore di ricerca, accusandolo di penalizzare l’indicizzazione dei suoi competitor all’interno delle SERP, ovvero nelle pagine dei risultati. Per porre rimedio alla situazione l’azienda di Mountain View si è già dichiarata disposta a contraddistinguere i link verso i propri servizi con espedienti grafici come un’etichetta posizionata a fianco dell’indirizzo, a porre maggiore attenzione nell’uso delle informazioni pubblicate da altre società e a facilitare la migrazione delle campagne di advertising verso altre piattaforme. Tutto questo non è però bastato ad archiviare il caso, almeno fino ad oggi.
Stando ad un ulteriore dettaglio trapelato, l’UE non ha più intenzione di chiamare in causa i concorrenti di Google, che in passato sono intervenuti per fornire il loro punto di vista sui fatti: tra questi anche Microsoft, Expedia, TripAdvisor, Foundem e Hotmaps. L’incontro tra Eric Schmidt e Almunia al World Economic Forum andato in scena nei giorni scorsi potrebbe aver contribuito ad accelerare i tempi verso una risoluzione.