Google e Apple sono concorrenti, su questo non ci sono dubbi. Le due realtà si sono scontrate duramente negli ultimi anni soprattutto in ambito mobile, con la lotta fra Android e iOS che ha portato Steve Jobs a minacciare una “guerra termonucleare” nei confronti della piattaforma rivale, concretizzata poi in una lunga e tormentata serie di denunce e controdenunce sul tema brevetti. Ciò nonostante, il gruppo di Mountain View non ha mai fatto segreto del suo apprezzamento per la linea Mac, tanto che la quasi totalità dei dipendenti utilizza un computer della mela morsicata.
Sono oltre 40.000 i laptop o desktop con sistema operativo OS X in dotazione al personale del motore di ricerca, preferiti ai PC con sistema operativo Windows, Linux e persino ai Chromebook con Chrome OS. Gestire una tale quantità di hardware non è però di certo un’impresa semplice. Ne hanno parlato Clay Caviness e Edward Eigerman (due membri del team Macintosh Operations di bigG) in occasione della conferenza LISA 13 andata in scena a Washington nelle scorse settimane. I due hanno puntato il dito contro lo scarso supporto che l’azienda di Cupertino fornisce alle grandi realtà che si trovano nella situazione di dover configurare, monitorare e aggiornare un gran numero di computer.
Non utilizziamo gli strumenti di Apple per la gestione dei Mac. L’azienda mette a disposizione due tool: OS X Server e Remote Desktop. Risultano piuttosto inefficaci quando si devono gestire più di 50, 100 o 200 macchine. Abbiamo perso la loro attenzione per quanto riguarda gli strumenti di gestione dedicati alle realtà professionali.
Il perché di questo atteggiamento da parte della mela morsicata potrebbe essere legato al successo ottenuto da Apple negli ultimi con le linee iPhone e iPad, che avrebbero spostato l’attenzione del gruppo lontano dall’ambito business. Questo almeno secondo la teoria di Google, che in una delle slide mostrate durante la conferenza ricorda come l’ultimo aggiornamento importante rilasciato per Remote Desktop risalga al 2006, anno di debutto del primo smartphone iOS.
Per gestire un parco macchine tanto vasto, il gruppo di Mountain View ha deciso di cimentarsi nello sviluppo di software creati ad hoc: Puppet, Munki, Cauliflower Vest e CanHazImage, quest’ultimo dedicato alla creazione delle immagini di sistema, che presto sarà reso disponibile pubblicamente come progetto open source.