Gli assistenti vocali, con il tempo, sono diventati l’elemento cardine di ogni smart home che si rispetti. Nonostante ciò il passaggio dagli hub, quelli che una volta dominavano il settore domotico, ha subito una perdita, in particolar modo in termini di automazioni passive. Per far fronte in parte a questo problema, spesso criticato anche dall’utenza, Google Assistant ha aggiunto un supporto nativo anche per i sensori di fumo, di CO2 e purificatori d’aria, sebbene incompleto.
Nel dettaglio, il nuovo aggiornamento prevede per il momento soltanto un sistema di notifiche: Google Assistant avvertirà infatti l’utente con una notifica nel caso uno dei dispositivi collegati (come, ad esempio, Nest Protect) rilevi un problema. Non è ancora disponibile però un supporto passivo, che permetta quindi all’utente, che riceve la notifica, di intervenire direttamente.
Non è ancora chiaro se Google implementerà questo tipo di supporto in futuro; la recente aggiunta potrebbe infatti rivelarsi di fondamentale importanza se associata ad altri dispositivi smart o sistemi di automazione presenti in casa. Ad esempio in caso di rilevazione di alti livelli di CO2 nell’abitazione, una combo efficace potrebbe essere quella di chiedere a Google di aprire una finestra per noi anche da remoto. Oppure un’altra alternativa potrebbe vedere l’inserimento di questa feature nella routine giornaliera.