Soltanto ieri ci si interrogava sulle possibili crepe dell’impero Google. Il titolo in borsa non aveva approfittato di una giornata di grazia per tutto il listino ed alcune voci avevano portato nubi grigie all’orizzonte. In 24 ore, però, tutto sembra svanito e la borsa si è ben prestata alle nuova valutazioni sopraggiunte nel frattempo sul mercato dell’advertising.
La giornata in borsa è stata vissuta all’insegna del rialzo. Mentre il listino passa una giornata altalenante, il titolo GOOG torna sopra quota 280 dollari recuperando il 9.56% e tutto il terreno non guadagnato il giorno precedente. Il merito va alle stime Barclays Capital che vedono il mercato dell’advertising parzialmente al riparo dalla crisi generale. Non solo: Secondo il giudizio degli analisti (i quali ricalcano così quanto asserito da Eric Schmidt 24 ore prima) Google è il gruppo meglio posizionato nel settore e pertanto dovrebbe subire minori ripercussioni e per primo dovrebbe tornare a salire appena l’economia tornerà a dar fiato ai mercati.
I dubbi del giorno precedente affondavano le proprie radici non tanto nella bontà dell’integrità dell’azienda, quanto più nel periodo sfavorevole che potrebbe investire il settore nel quale Google è maggiormente esposto: il search advertising. Alcune “sensazioni” (stime sarebbe una definizione eccessivamente generosa) ipotizzano infatti un 2009 nel quale alcuni advertiser potrebbero far venire meno i propri capitali. Addirittura il costo di alcune keyword è stato stimato in calo fino al 30%, il che potrebbe andare a riverberarsi su margini in calo per il motore di ricerca. «Google is mortal» scrive oggi John Battelle.
La sincope s’è presto chiusa, però: le smentite sul mondo dell’advertising sembrano aver rasserenato gli investitori i quali, anche in virtù del valore estremamente svalutato delle azioni GOOG, sembrano aver scelto l’azienda di Mountain View per spostare i propri capitali.
Non solo: ulteriori notizie positive giungono da comScore, secondo cui il motore di Mountain View raccoglie oggi il 63.1% delle query composte dagli utenti, in aumento rispetto al 58.5% di un anno fa. L’azienda appare sana, insomma, ma i giudizi sul comparto vanno procrastinati nel tempo di almeno qualche mese. Solo a 2009 iniziato si potrà capire quali possano essere gli effetti della crisi su un mercato che, fino ad oggi, aveva vissuto a braccetto con Google esclusivamente anni di grande ascesa.