Google ha comunicato i dati trimestrali. Trattasi di un appuntamento importante ed atteso, poiché i riflessi della crisi economica sono evidenti, ma al contempo la borsa ha manifestato da qualche tempo segnali di timida ripresa, come se si fosse in bilico tra un ulteriore ribasso ed un piccolo rimbalzo. Il succo della trimestrale Google è tutto nelle parole del CEO Eric Schmidt: «Google, nel contesto di una profonda recessione, ha avuto un buon trimestre. Mentre le entrate scendono trimestre su trimestre, sono salite del 6% anno su anno, grazie alla continua forte crescita delle query. Questi risultati sottolineano tanto l’elasticità del nostro modello di business, quanto il potenziale del web a mano a mano che utenti e inserzionisti passano alla rete».
Eric Schmidt, numeri alla mano, non si nasconde: la crisi c’è e Google non ne è immune. Ciò nonostante il CEO si dice soddisfatto delle performance del gruppo e si mette alle spalle immediatamente il passato: «Guardando avanti, la nostra priorità rimane l’investimento per il lungo periodo per guidare la crescita futura nel nostro core business e nei business emergenti». Che poi altro non è se non il mantra ripetuto da sempre e messo nero su bianco fin da quando Google si è quotato in borsa sottolineando come soltanto il lungo periodo possa guidare le sorti dell’azienda.
Google ha registrato per il primo trimestre del 2009 5.51 miliardi di entrate, ossia il 6% in più rispetto al primo trimestre del 2008 ed il 3% in meno rispetto al Q4 2008. In questi numeri è chiara la lettura dell’andamento dell’economia: un bilancio cresciuto costantemente per tutto il 2008 ha visto ora il primo vero rallentamento, non tale però da controbilanciare la forte crescita registrata nei 12 mesi antecedenti. Una volta detratta la somma dovuta ai siti partner, a Mountain View rimangono 4.07 miliardi di dollari, cifra sostanzialmente in linea con le attese degli analisti. Non a caso la borsa in pratica non reagisce, come avesse già previsto e scontato quanto comunicato in chiusura di contrattazioni: scarsa la crescita prima della comunicazione, scarso il ribasso a trimestrale ufficializzata.
Il giudizio su Google sembra essere strettamente correlato a tutto quel che è fuori da Google. Dal contesto, anzitutto, poiché è soltanto alla luce delle nelle magagne del sistema che può essere interletto l’andamento del gruppo leader del settore. Dall’andamento di Yahoo, inoltre, poiché il diretto confronto con la concorrenza servirà per capire quanto e come il leader del settore abbia saputo ottenere performance al di sopra della media (i dati trimestrali Yahoo verranno comunicati il 21 Aprile).
Curiosa ed utile la statistica fornita da Efficient Frontier per BusinessWeek: se fino a pochi mesi fa occorrevano 10/15 click per incoraggiare un utente ad acquistare qualcosa online, ora ne occorrono 15/20. Il fatto che l’utenza abbia maturato un tendenza al click maggiore (+17% in un anno relativamente alle promozioni made in Google) va a bilanciare questo dato, ma il prezzo di ogni singolo click è inesorabilmente calato con una valutazione approssimativa che vede tale soglia media scendere del 13% nel giro di un solo trimestre. In questi dati si misura tutta la cautela degli inserzionisti, ed è nella fragilità di questi meccanismi che Google sta tentando di muoversi per guidare la strada verso l’imposizione del web come migliore e più efficiente canale promozionale.
Altri dati dalla trimestrale: il 67% degli introiti è maturato internamente dai siti di proprietà Google: trattasi di un totale di 3.70 miliardi (+9% rispetto al Q1 2008, -3% rispetto al Q4 2008). Il 52% degli introiti complessivi giunge da paesi extra-USA (+1% in un anno), mentre il dovuto per il circuito AdSense giunge a quota 1.23 miliardi.