Il gruppo di Mountain View estende ulteriormente il proprio raggio d’azione in ambito medico, dopo aver messo in campo progetti come Calico, acquisito una startup specializzata in prodotti destinati alle persone affette da morbo di Parkinson e annunciato la realizzazione di lenti a contatto hi-tech per combattere il diabete. Oggi Google scende ufficialmente in campo nella ricerca sulla sclerosi multipla, al fianco di Biogen Idec.
L’obiettivo principale della collaborazione, almeno nella sua prima fase, è quello di raccogliere ed elaborare informazioni riguardanti i pazienti, così da poter conoscere quali sono i fattori che contribuiscono allo sviluppo della patologia. In particolare, sarebbe di grande utilità comprendere le dinamiche che ne regolano la progressione, per arrivare in un secondo momento a sviluppare farmaci e cure mirate utili a combatterla in modo più efficace di quanto avviene oggi. A spiegarlo è Rick Rudick, vicepresidente del comparto scientifico dell’azienda farmaceutica.
Siamo abituati a seguire i pazienti fin dalle prime fasi in cui si manifesta la malattia. Due donne potrebbero presentarsi con una neurite ottica che impedisce loro di vedere da un occhio e noteremmo alcuni punti dalla risonanza magnetica. Però, dopo dieci anni, una potrebbe diventare una campionessa di tennis e l’altra essere ricoverata in un centro specializzato. Non ne abbiamo mai capito il motivo.
Secondo Andrew Conrad, a capo del team di Google X al lavoro sul progetto, la partnership (del tutto simile a quella con AbbVie) è finalizzata a capire come intervenire il prima possibile sul paziente, evitandogli l’obbligo di ricorrere a cure costose e spesso debilitanti quando la patologia ha già causato danni al sistema nervoso centrale in modo irreversibile.
La nostra idea è quella di cambiare la cura della salute da reattiva a proattiva. Stiamo cercando di comprendere la malattia nei suoi primi stadi, così da capire come intervenire il prima possibile.
La redazione di Bloomberg ha raggiunto telefonicamente George Scangos, CEO di Biogen Idec, per un commento sulla collaborazione appena annunciata. Dalle sue parole arriva la conferma di come lo sforzo congiunto di due realtà tanto differenti possa apportare benefici concreti per entrambe e, soprattutto, per chi è affetto da sclerosi multipla.
Google porta la sua grande esperienza nell’analisi dei dati e in campo tecnologico. Ha un approccio sofisticato e sa comprendere la biologia.