«Grazie per aver dimostrato interesse in Google Web Accelerator. Abbiamo al momento raggiunto la nostra massima capacità di utenti e stiamo attivamente operando al fine di incrementare il numero degli utenti che possiamo supportare»: con queste parole Google blocca improvvisamente il download del nuovo Web Accelerator e gira abilmente il discorso al di fuori delle critiche che da più parti stanno piovendo sul tool.
Web Accelerator è stato visto con sospetto da più parti fin dal primo minuto ed è sicuramente il prodotto Google che ha goduto del peggior impatto con l’utenza. I problemi sono emersi fin da subito e sono stati dopo poche ore confermati anche dal team Google. Ora la distribuzione del prodotto è sospesa e il gruppo degli sviluppatori di Mountain View interessati al progetto sta lavorando alacremente per risolvere i bug emersi e rigettare sul mercato l’applicativo.
I problemi sono, in particolare, riferiti alla conservazione nella cache (rappresentata dal proxy Google) di alcune particolari pagine. Il problema diventa un problema di sicurezza quando la conservazione delle pagine contiene anche i dati di login inseriti all’interno dei siti navigati. Inoltre v’è un problema di JavaScript tale da impedire, ad esempio, l’uso di codici come quello che simula il tasto back per il ritorno alla pagina navigata in precedenza.
Nel frattempo sono emersi alcuni nuovi dettagli circa il Web Accelerator. Innanzitutto il contatore dei minuti risparmiati sarebbe una sorta di falso in quanto la quantificazione sarebbe figlia di una valutazione statistica assolutamente indipendente da qualsivoglia dato reale (la sensazione è che il dato reale sia decisamente inferiore). Inoltre, Marissa Mayer, responsabile Google, ha negato (rispondendo alle domande di CNet) ogni sfruttamento attuale del Web Accelerator per un uso interno al motore Google.