Arriva direttamente dal Dipartimento di Giustizia americano la conferma dell’indagine che vede sul banco degli imputati Google Book Search, il già discusso servizio offerto da bigG che consente di effettuare ricerche all’interno di testi digitalizzati, siano essi antichi oppure attualmente in commercio.
Il giudice ha dichiarato che, al momento, si sta raccogliendo la documentazione necessaria per procedere, mentre la prima udienza è stata fissata per il prossimo 7 ottobre.
Contro Google si sono schierate le associazioni che difendono i diritti di autori ed editori, lamentando un comportamento scorretto da parte del colosso di Mountain View, accusato di aver effettuato la scansione di pagine protette e di averle messe in rete senza versare il dovuto.
Se questi avranno la meglio, al termine del procedimento potrebbe essere emessa una sentenza che porterebbe al pagamento di una sanzione pari a 125 milioni di dollari.
C’è però anche chi, come la professoressa dell’Università di Berkeley (California) Pamela Samuelson, vede nella denuncia l’intenzione, da parte dell’industria editoriale, di trarre profitto da tutti quei volumi cosiddetti “orfani”, il cui autore è ormai defunto e di cui non esistono oggigiorno pubblicazioni sugli scaffali delle librerie.