Le fotocamere degli smartphone oggi in commercio sono solitamente affiancate da un flash LED, a volte due, utile per illuminare gli oggetti inquadrati in condizioni di luce scarsa e ottenere così risultati migliori. In futuro sui dispositivi mobile il numero delle fonti luminose potrebbe crescere fino a otto. È quanto emerge dalla documentazione allegata a un brevetto depositato da Google nel settembre 2011, oggi approvato da USPTO (United States Patent and Trademark Office).
È ancora troppo presto per fare previsioni in merito alla dotazione di questa nuova tecnologia sui telefoni Android di prossima generazione, ma l’ipotesi non è del tutto da scartare. Si è parlato più volte del possibile arrivo di un device realizzato in stretta collaborazione con il team di Motorola, la cui acquisizione da 12,5 miliardi di dollari è stata portata a termine lo scorso anno ma che non ha ancora dato alla luce alcun prodotto. La dotazione del “flash multi-LED” potrebbe dunque rappresentare uno dei punti di forza dei Nexus di prossima generazione.
La finalità principale di una simile tecnologia potrebbe essere in primo luogo l’eliminazione delle ombre nelle fotografie, ma il suo impiego sembra poter spalancare le porte anche ad altri scenari: si pensi ad esempio alla realizzazione di più scatti in rapida successione, ognuno caratterizzato da condizioni di luce differenti, da assemblare poi in modo automatico con l’ausilio di un software per ottenere una suggestiva immagine HDR. La recente evoluzione delle funzionalità fotografiche equipaggiate dagli smartphone ha rosicchiato qualche punto al mercato delle fotocamere compatte, tanto da portare alla nascita di un vero e proprio dispositivo ibrido come la Samsung Galaxy Camera basata su Android lanciata nei mesi scorsi.