Che Google stia ampliando il proprio raggio d’azione ben al di là dei confini tracciati dai settori Web e mobile non è più una novità. Il gruppo di Mountain View è ormai da tempo impegnato anche nell’ambito della ricerca medica, come dimostrano l’impegno preso con il progetto Calico o lo studio di lenti a contatto contro il diabete, solo per fare due esempi. L’ennesima testimonianza arriva da un brevetto depositato presso la World Intellectual Property Organization (WIPO).
Si tratta di un dispositivo indossabile, del tutto simile dal punto di vista estetico ad uno smartband per il monitoraggio dell’attività fisica, in grado di rilevare la presenza di cellule tumorali all’interno del sangue. Oltre ad avere una funzionalità prettamente diagnostica, il device potrebbe essere utilizzato anche nella lotta al cancro, andando ad agire direttamente su enzimi, ormoni e altre molecole dannose per l’organismo, emettendo una frequenza radio, generando un campo magnetico variabile, un impulso acustico o una luce a infrarossi. Inoltre, un approccio di questo tipo potrebbe tornare utile anche nel rallentare il progredire di patologie neurodegenerative come il morbo di Parkinson, andando a distruggere le proteine ritenute in parte responsabili della malattia.
L’impiego su larga scala di un dispositivo simile non sarà però immediato. Serviranno almeno cinque anni, secondo Google, perché la tecnologia possa essere perfezionata e ottenere l’autorizzazione necessaria per l’utilizzo da parte dei medici. Inoltre, almeno in un primo momento il device potrebbe tornare utile esclusivamente come strumento diagnostico, per individuare in modo preventivo eventuali problemi di salute, agendo poi tempestivamente con le cure tradizionali. Ancora una volta bigG dimostra il proprio interesse nei confronti della medicina, al fine di trovare soluzioni efficaci per la lotta a malattie che oggi interessano milioni di persone, con l’obiettivo di prolungare la durata della vita e migliorarne la qualità.