La Federal Trade Commission ha ufficialmente perdonato Google Buzz. La conferma giunge da Alma Whitten, Director of Privacy Google, la quale con apposito post sul blog ufficiale del gruppo ha reso noto che la vicenda è ormai alle spalle e non avrà ulteriori ripercussioni legali.
Google Buzz è stato un prodotto che ha fatto molto discutere pur riscuotendo un successo estremamente scarso. Il tentativo è stato quello di trovare un connubio tra la posta elettronica ed il social networking, creando un servizio che potesse affiancare Gmail generando però una comunicazione sociale di diversa natura. Descriveva così a suo tempo Google Italia il servizio:
Google Buzz è un nuovo modo di condividere aggiornamenti, foto, video e altro ancora direttamente da Gmail e con i vostri contatti preferiti, sfruttando la rete sociale che da sempre è alla base della vostra casella di posta elettronica. Buzz porta in superficie questa rete, selezionando i contatti con cui vi relazionate più frequentemente ma lasciandovi decidere con chi e cosa condividere. Questo progetto nasce dal desiderio di creare un’esperienza di condivisione facile da utilizzare e in cui integrare foto, video e link utili per renderla ancora più ricca
Tuttavia un errore progettuale portò ben presto il nome Google Buzz nel fango: il servizio Buzz, aggiunto automaticamente a Gmail, metteva infatti in chiaro i contatti degli utenti, violandone così evidentemente la privacy e le informazioni personali. Il problema era relativo al fatto che agli utenti era offerta l’opzione opt-out invece che opt-in: era possibile cancellarsi da Google Buzz, ma in realtà l’accesso al servizio avveniva automaticamente imponendone l’uso in modo forzoso. Google intervenne rapidamente per tarpare la falla creatasi, ma si trovò ben presto il dito puntato contro dalle autority di tutto il mondo.
Alma Whitten spiega di aver concordato con la FTC una via d’uscita (confermata dalla comunicazione ufficiale diramata dalla FTC stessa) che mette tutti d’accordo e che soprattutto va a correggere il comportamento del gruppo nei confronti degli utenti: Google accetta di ricevere ogni 2 anni, per 20 anni consecutivi, un’analisi indipendente sulle policy adottate e soprattutto promette di notificare agli utenti ogni qualsivoglia cambiamento in atto prima di forzare i cambiamenti stessi sui vari servizi. Per 30 giorni sarà possibile commentare la decisione della FTC segnalando eventuali annotazioni che meriterebbero un approfondimento ulteriore.
Google promette insomma più trasparenza, più controllo e maggior consapevolezza da parte degli utenti nell’uso dei servizi di Mountain View. Da Google Buzz scaturisce una lezione che, dopo l’ammonizione della FTC, il team sembra aver imparato.