Un nuovo problema relativo alla privacy degli utenti potrebbe coinvolgere Google e le Google Cars: secondo quanto riportato da CNet e confermato dall’autorità francese per la protezione dei dati CNIL, infatti, il gigante di Mountain View avrebbe tracciato informazioni riguardanti milioni di dispositivi connessi ad Internet via Wi-Fi durante l’attività delle automobili che giorno dopo giorno scattano foto in tutto il mondo per arricchire il database di immagini per la modalità Street View del servizio Maps.
In particolare, le Google Car avrebbero salvato i MAC Address di un’enorme quantità di dispositivi, siano essi smartphone, laptop o altri gadget dotati di connettività Wi-Fi. Tali informazioni sarebbero poi state pubblicate online dal colosso delle ricerche e figurerebbero ora nel database realizzato dalla società per implementare nuovi strumenti atti a migliorare la geolocalizzazione tramite moduli GPS, il cui accesso è aperto a chiunque voglia consultare i dati ivi contenuti.
La vicenda non rappresenta la prima macchia nel curriculum delle Google Car, già accusate in passato di comportamenti atti a violare la privacy degli utenti: nel mese di giugno del 2010, ad esempio, dalla Francia sono stati sollevati dubbi sui dati collezionati dalla società di Mountain View in merito alle password degli utenti residenti nelle zone perlustrate dalle autovetture. In più occasioni, poi, l’operato delle stesse è finito nell’occhio del ciclone a causa delle preoccupazioni dei cittadini sulle possibili violazioni della propria riservatezza.
La scoperta degli ultimi giorni si aggiunge poi a quella firmata sempre da CNet di alcune settimane fa riguardante un comportamento anomalo da parte di alcuni smartphone Android, i quali in alcuni casi potrebbero aver archiviato informazioni riguardanti gli altri dispositivi presenti nelle vicinanze e le avrebbero inviate alla società di Mountain View. Da parte del gigante statunitense in tale occasione non è giunta alcuna dichiarazione ufficiale, ma l’ulteriore conferma giunta nei giorni scorsi potrebbe costringere la società a fare luce sulla vicenda.