Accumuliamo e consumiamo sempre più dati. Informazioni che in qualche luogo devono essere collocate, stipate, all’interno di enormi data center dove prende vita l’infrastruttura cloud che sta alla base del Web moderno. Poi questi dati vanno trasmessi, scambiati, veicolati in tutto il mondo, attraverso una rete che deve garantire affidabilità e al tempo stesso immediatezza nella comunicazione. Ecco ciò che ha spinto Google ad annunciare una nuova iniziativa finalizzata a migliorare la connettività in una fetta importante del continente asiatico.
Stiamo parlando della posa di un nuovo cavo sottomarino che si estenderà per circa 9.500 Km, partendo dal Giappone per arrivare all’isola di Guam nell’Oceano Pacifico, puntando poi verso l’Australia in direzione Sydney. Il nome scelto è JGA, acronico che sta proprio a indicare le tre tappe del percorso (Japan-Guam-Australia). Un progetto imponente, che vede il gruppo di Mountain View collaborare con altre realtà per affrontare sfide anzitutto sul piano ingegneristico: la struttura deve resistere alle condizioni poco ospitali del fondale, sopportando forti sollecitazioni e garantendo una notevole longevità.
Il sistema di cavi JGA dispone di due coppie di fibre per connettere il Giappone a Guam e altre due per connettere Guam a Sydney. Questo offre una capacità altamente scalabile sia agli utenti che ai clienti della Google Cloud Platform. JGA è realizzato in collaborazione da NEC Corporation e Alcatel Submarine Networks. Il segmento sud di JGA è sviluppato da un consorzio formato da AARnet, Google e RTI-C, mentre quello nord è costituito da un cavo privato fornito da RTI-C. Insieme, questi segmenti coprono 9.500 Km.
In termini di prestazioni, ognuno dei singoli cavi che compongono il canale di comunicazione è costituito da fibre realizzate in vetro di alta qualità, in grado di trasportare decine e decine di TB di traffico ogni secondo. Ogni 80 Km verrà posizionato un ripetitore il cui compito sarà di rimbalzare il segnale per assicurare che non vi siano dati dispersi nelle profondità dell’oceano. Nel caso di danneggiamenti, solitamente dovuti al passaggio o all’attività delle imbarcazioni, l’intervento di riparazione dev’essere effettuato manualmente da un team di esperti.