Google Checkout necessita di un approfondimento: a mano a mano che passano le ore si approfondisce la conoscenza di quello che è il nuovo servizio Google per l’e-commerce e la disponibilità delle pagine esplicative permette di approfondire alcuni dei più importanti aspetti legati al progetto.
Tra gli aspetti più interessanti che emergono va segnalato il legame che Google stringe tra Checkout e Adword. Per ogni dollaro speso in pubblicità, infatti, Google permette di vendere per 10 dollari di materiale senza trattenute. La tariffa imposta è normalmente di 20 centesimi per operazione più il 2% della spesa (0.2$ ogni 10$), il che costituisce un forte incoraggiamento per i negozi online a spendere in pubblicità su Adword vedendo garantito un introito maggiore dai primi risultati ottenuti nella vendita.
Nell’apposita pagina dedicata ai negozi in rete Google promette inoltre maggior sicurezza nelle transazioni e risultati maggiori garantiti dalla sola presenza del marchio garante del motore di ricerca. L’icona che contraddistinguerà il servizio sarà quella di un carrello verde facilmente riconoscibile (e presumibilmente interessante oggetto di attenzione da parte di quanti fanno della truffa online il proprio campo di applicazione lavorativa). Il carrello verrà reso visibile direttamente all’interno delle promozioni AdWord così da garantire una maggiore frequenza di click ed una maggiore possibilità di introito per il negozio (sicuramente, in primis, una maggiore spesa in pubblicità e dunque un maggiore vantaggio per Google).
Google mette a disposizione ogni logo e materiale utile ad implementare immediatamente Google Checkout sui propri siti web:
Bottoni Google Checkout
Con i bottoni “Buy Now” qualunque negozio potrà mettere in vendita direttamente i propri oggetti o servizi tramite Google Checkout evitando addirittura di avere a disposizione un sito di e-commerce alle spalle. Ma quello che sembra essere l’attacco più diretto a eBay è legato all’interoperabilità con Google Base: il database di Google (fin da subito visto come un potenziale rivale di eBay, poi però identificatosi come uno dei servizi più deludenti del motore di Mountain View) potrà ora unire le potenzialità di Google Checkout agli oggetti messi in vendita sull’archivio Google. Ne esce un eBay parallelo basato completamente sulle strutture di Google. eBay parte ovviamente con molto vantaggio ed il traino di Google Base non sembra essere particolarmente importante, ma solo il tempo potrà restituire un giudizio circa l’eventuale pericolo che Google va ad apportare al proprio rivale/partner.