Eccessiva sicurezza, eccessive precauzioni, eccessiva cautela: sono queste le scusanti che adduce Google nel momento in cui vengono segnalate varie disfunzioni nel servizio Google Checkout. La sensibilità del contesto impone attenzione in quanto il servizio gestisce transazioni online e dati sensibili, sfidando PayPal e cercando per ciò il giusto feeling con l’utenza.
Secondo le segnalazioni registrate i problemi sarebbero relativi in particolar modo al ritardo con cui vengono gestiti gli ordini. Pc World segnala il caso di tale Rhys Ludlow, il quale avrebbe ordinato online una videocamera digitale per ritrovarsi il pagamento ancora sotto osservazione dopo 4 giorni. Ad esplicita domanda verso il rivenditore, la risposta è stata che il servizio ha tempi che arrivano anche alla settimana, determinando però gravi disagi tanto per la parte venditrice quanto per quella acquirente.
Non solo. Il gruppo di discussione aperto in proposito lascia emergere problemi anche nella cancellazione degli ordini e nella sospensione degli account, in quest’ultimo caso spesso per cause banali e con somma difficoltà nel ripristino della situazione. Fin dal lancio del servizio, chi ne criticava l’implementazione sottolineava la scarsa attitudine del gruppo Google al Customer Relationship Management e vedeva in ciò uno dei maggiori talloni d’Achille del problema: il numero delle richieste ed il relativo numero delle risposte sembra dar credito a tale indicazione, determinando però un punto debole particolarmente importante che giocoforza Google dovrà affrontare. Qui, infatti, non si tratta di query ma di moneta sonante, dati personali, acquisti e commercio.
L’unico intervento ufficioso del motore di ricerca è firmato “GoogleCheckOutPro”, utente che si presenta sul gruppo a chiedere pazienza spiegando che ogni interesse è rivolto alla sicurezza e che in queste fasi iniziali si deve pagar pegno per l’impegno infuso e per l’eccesso di cautela impresso al sistema. Con il tempo la situazione dovrebbe trovare dunque nuovi equilibri e sicuramente la cosa è una necessità nel momento in cui il servizio intende concretamente rappresentare una alternativa valida al rivale PayPal.