Come dovrebbe essere bilanciato il diritto all’oblio di una persona con il diritto del pubblico di sapere? Bella domanda, a cui è difficile rispondere, ma ora tutti quelli che hanno una opinione possono mandarla a Google. Il comitato di esperti che Mountain View ha appena riunito per riflettere su questo problema, accoglierà le opinioni degli utenti tramite un semplice modulo.
«Facci sapere che cosa pensi della sentenza della CGUE», dice Google nella sezione del Comitato Consultivo appositamente aperta. Oltre ai dieci saggi del comitato, quindi, Big G apre a una sorta di consultazione pubblica sulla sentenza del diritto all’oblio. Una decisione che rappresenta tutta la difficoltà ma anche l’intenzione del motore di ricerca di trovare una soluzione a quella che, in poche settimane, pare già una situazione grottesca, con più di 70 mila richieste su 250 mila pagine web e polemiche a non finire per i primissimi casi (come quello britannico). Così commenta Google:
Al momento, abbiamo ricevuto richieste di rimozione per ogni genere di contenuto: reati gravi, foto imbarazzanti, episodi di bullismo o di insulti online, vecchie denunce, articoli di giornale screditanti e molto altro. Per ognuna di queste richieste, siamo tenuti a prendere in considerazione sia il diritto di un individuo all’oblio sia il diritto del pubblico di accedere all’informazione.
Come scrivere a Google
Il modulo col quale è possibile dire la propria sulla sentenza del diritto all’oblio ed eventualmente suggerire qualche soluzione per compensare questi due diritti apparentemente in conflitto (informazione – dimenticanza), chiede soltanto di inserire nome e cognome, nazione e città di appartenenza, e un indirizzo mail. Lo spazio per il messaggio è libero, dopodiché basta inviarlo e si può condividere sui social (Facebook, Twitter e Google plus) per invitare altri a fare altrettanto.