Non nuovo ad iniziative di censura in accordo con il regime politico cinese, Google avrebbe dato vita già dal 26 aprile all’ultima delle strategie censorie della Repubblica Popolare: da quella data, infatti, è scomparso il link ‘cache’ ai risultati delle ricerche effettuate dalla pagina di Google.cn.
A sentire il motore di ricerca si tratta di un cambiamento provvisorio in attesa di un upgrade del sito, ma la prolungata assenza del link e la ripetuta accondiscendenza a cui Google ha dovuto fare fronte per poter assicurare la sua presenza sull’internet cinese, fanno pensare che probabilmente la funzione non verrà ristabilita nel breve periodo.
Quello della “copia cache” è un servizio che permette di visualizzare i risultati di una ricerca senza andarla a visitare come si fa normalmente, ma attingendo alla memoria del motore di ricerca che periodicamente archivia copie di tutte le pagine della rete. L’utilità sta nel fatto che così facendo anche pagine che vengono cancellate, che non esistono più o che sono modificate sono raggiungibili nella loro vecchia versione per un po’ di tempo, cosa che non è per niente vista di buon occhio da un regime che fa uso sistematico della censura e che quando cancella qualcosa vuole che divenga istantaneamente inaccessibile.
Ancora non è stato possibile registrare un commento da Mountain View, ma probabilmente la risposta sarà la medesima di sempre: Google si adatta alle forme ed ai regolamenti dei paesi nei quali sceglie di essere, e la scelta di operare in Cina è stata fatta per offrire il servizio migliore possibile nell’ottica della mission dell’azienda di “indicizzare tutta l’informazione del mondo”. Motivazioni simili sono già state alla base di precedenti dichiarazioni inerenti fatti come le censure imposte a Google News oltre la Muraglia.