Google OS è realtà. L’annuncio giunge direttamente da Google nel giorno stesso in cui la “beta” scompare da gran parte delle applicazioni online del gruppo. La deadline è fissata per la seconda metà del 2010, ma già entro breve il codice sorgente sarà disponibile per la comunità open source così che tutti possano prepararsi a quella che è l’ennesima rivoluzione che Google vuol tentare di scagliare contro il fortino di Redmond. Producendo un sistema operativo, infatti, Google muove la sfida estrema contro Microsoft: una freccia che mira al cuore pulsante della concorrenza.
Google Chrome OS si basa sul browser del gruppo. Il sistema operativo, infatti, sarà estremamente leggero e pensato per il mondo dei netbook: sviluppato completamente al di fuori di quello che è oggi Android, Google OS è una estensione naturale di Chrome «tentando di ripensare quel che un sistema operativo dovrebbe essere». Perché di rivoluzione si tratta: girare sui Netbook significa dover sfruttare al massimo le scarse risorse che un hardware low cost permette. Google, pertanto, intende sublimare il mondo delle applicazioni online facendo di Chrome l’unico vero software da far girare e, tramite il browser, dare accesso ad una vastità di applicazioni online tra le quali ovviamente le proprie Gmail, Google Calendar, Google Docs e via discorrendo.
A distanza di 3 anni, dunque, si concretizza quello che si andava pronosticando nel 2006 quando nuovi concetti di browser facevano capolino online e l’idea di un browser elevato a rango di sistema operativo andava prendendo corpo. Google Chrome OS nasce da Linux, ma «per gli sviluppatori di applicazioni, il web è la piattaforma. Tutte le applicazioni web-based gireranno automaticamente e le nuove applicazioni possono essere scritte usando le tecnologie per il web preferite. Ovviamente, queste applicazioni non gireranno solo con Google Chrome OS, ma su ogni browser basato sugli standard su Windows, Mac e Linux». Per gli sviluppatori, dunque, è una opportunità di gran pregio. Google starebbe già discutendo con i produttori hardware alcune soluzioni da portare sul mercato per il prossimo Natale, quando Google OS sarà pronto e le applicazioni raggiungibili si saranno moltiplicate.
Il triangolo Google-produttori-carrier dovrà forgiare nel frattempo pacchetti di prezzo interessante che mettano in una offerta a basso costo tanto l’hardware, quanto il software, quanto ancora una connettività mobile di adeguato supporto (senza quest’ultimo elemento l’uso delle applicazioni si limiterebbe alle scarne opportunità offline offerte dalle applicazioni Google). Di un possibile hardware basato su codice made in Google, del resto, se ne parla da molto tempo. Nel 2006 l’ipotesi era quella di un Google Cube, ma già molto tempo prima era in auge l’idea di un Google OS rimasto però sempre un rumor privo di conferme. Google, anzi, ha negato a più riprese di lavorare ad una release propria basata su Ubuntu.
«Abbiamo sentito da molti dei nostri utenti un chiaro messaggio: i computer devono essere migliorati. La gente vuole le proprie email istantaneamente, senza perdite di tempo nell’attesa di accendere il pc ed avviare il browser. Vogliono computer che girino sempre veloce come la prima volta che lo hanno avviato. Vogliono accedere a propri dati ovunque, e senza il pericolo di perdere il pc o di dover fare copie di backup. E ancora pià importante, non vogliono perdere delle ore a configurare i propri computer affinché possano lavorare con nuovi hardware, o per aggiornare costantemente i software. E ogni volta che gli utenti hanno una migliore esperienza di computing, Google beneficia del fatto che essi siano più contenti di spendere il proprio tempo su Internet».
Il manifesto programmatico appare chiaro ed è facile ipotizzare l’orizzonte delineato: un netbook di scarso potenziale, piccolo storage e buona connettività; avvio semi-istantaneo, con Chrome a presentarsi di default al cospetto dell’utente; l’accesso alle applicazioni tramite uso massiccio di SaaS (Software as a Service); batterie di ampio potenziale, per non limitare l’esperienza d’uso; prezzi ponderati sul basso costo dell’hardware e la necessità dell’always-on.
La notizia ha preso corpo nella notte e non sono ancora disponibili commenti ufficiali in merito. Sarà però oltremodo interessante capire come il mercato vorrà abbracciare la nuova idea, tanto dal polo Microsoft/Apple quanto dalla comunità Linux. Altro discorso, altrettanto importante, sarà il giudizio degli organi antitrust: con Google già nel mirino, ed ora pronto a rilasciare un pacchetto software di ampia portata, Google Chrome OS diventa un elemento di sicuro approfondimento per capire come e se le opportunità per la concorrenza possano essere limitate da un’offerta di facciata che promette però ad oggi totale apertura.