Il sistema di aggiornamento del browser Chrome viola un brevetto e Google dovrà risponderne in tribunale. È questa la linea da poco adottata da Red Bend, una società israeliana che ha deciso di citare in giudizio il colosso delle ricerche, accusato di aver implementato una soluzione coperta da brevetto per la gestione degli update nel proprio applicativo per la navigazione online. Il brevetto esiste ormai da tempo e, secondo la società promotrice della causa, gli sviluppatori di Google ne erano sicuramente a conoscenza.
L’oggetto del contendere è una soluzione adottata da Mountain View all’interno del proprio Courgette, un algortimo che consente di ridurre al minimo il peso degli aggiornamenti per Chrome e di conseguenza la banda necessaria per la loro trasmissione in Rete. «Desideriamo update di piccole dimensioni per “rendere più stretta la finestra delle vulnerabilità”. Se l’aggiornamento è un decimo della dimensione originale, possiamo inviarne dieci volte di più per unità di banda. Ciò significa che un maggior numero di utenti potrà essere protetto più rapidamente. Un beneficio secondario è dato dal fatto che un update di piccole dimensioni potrà essere gestito al meglio anche dagli utenti senza grandi soluzioni per la connettività» si legge nella Developer Documentation di Chrome.
Secondo l’israeliana Red Bend, e la società partner nel Massachussetts (USA) Red Bend Software, l’algoritmo utilizzato per comprimere gli aggiornamenti di Chrome sarebbe una diretta derivazione del sistema brevettato dalla società nel 2003 e utilizzato dalla stessa per inviare gli aggiornamenti dei firmware verso i telefoni cellulari. Una soluzione che, tra le funzionalità supportate, consente di inviare singole porzioni di software per l’update senza dover aggiornare totalmente l’intero applicativo.
Stando a quanto dichiarato dai legali di Red Bend, il team di sviluppo di Chrome sarebbe a conoscenza della presunta violazione da almeno un paio di mesi, probabilmente in seguito alla ricezione di una lettera da parte della società alla base della nuova azione legale. La documentazione è stata depositata presso la Corte Distrettuale del District of Massachussetts e, oltre a denunciare la violazione del brevetto, accusa Google di aver pubblicato e distribuito il codice sorgente implementato da Red Bend nell’ambito del proprio progetto open source per Chrome.
Accuse pesanti e circostanziate, che potrebbero colpire il browser di Mountain View ad appena un anno dalla sua introduzione. In attesa di ricevere tutta la documentazione sulla causa legale intentata da Red Bend, al momento i responsabili di Google hanno preferito non commentare il nuovo fronte aperto nella guerra dei brevetti. Considerati alcuni precedenti, il colosso delle ricerche potrebbe decidere di scendere a patti con il proprio antagonista, risolvendo la querelle con un accordo al di fuori delle aule dei tribunali.