Google Chrome ferma gli ad-blocker? Non più

Gli autori di Ghostery fanno cambiare idea a Google con uno studio che dimostra a Google come gli ad-blocker non rallentino i browser.
Google Chrome ferma gli ad-blocker? Non più
Gli autori di Ghostery fanno cambiare idea a Google con uno studio che dimostra a Google come gli ad-blocker non rallentino i browser.

Il mese scorso era uscita la notizia – riportata anche da noi – secondo la quale con un prossimo aggiornamento Google Chrome avrebbe bloccato gli ad-blocker come uBlock Origin o uMatri, le estensioni per il browser di bigG che bloccano i contenuti pubblicitari sui siti web. A quanto pare, però, ciò non accadrà. Almeno per ora.

A far cambiare idea al colosso di Mountain View uno studio secondo il quale la presenza di certe estensioni come gli ad-blocker non andrebbero ad influire negativamente sulle prestazioni dei browser.

Evidentemente non felici dell’arrivo di aggiornamenti che avrebbero reso vita difficile alle estensioni, tra cui il loro ad-blocker Ghostery, i ragazzi di Cliqz hanno messo a punto una ricerca ad hoc per dimostrare che bigG si sbagliava.

Nello studio firmato Cliqz, viene dimostrato che le estensioni che bloccano gli annunci come uBlock Origin, Adblock Plus e Ghostery non hanno influito in alcun modo sui tempi di caricamento delle pagine web.

Tutti i popolari content-blocker sono molto efficienti, con un tempo di decisione medio inferiore al millisecondo per richiesta. Questi prodotti non dovrebbero quindi comportare un fattore particolarmente percepibile per gli utenti – fanno sapere da Cliqz

Poche dopo la pubblicazione dello studio, Google ha pubblicato un post sulla pagina Google Groups che illustra come stia modificando le loro precedenti proposte prendendo nota del feedback di Cliqz. Nel post Google sottolinea come non sia mai stato il suo reale obiettivo quello di prevenire o interrompere il blocco dei contenuti.

Ricordiamo però che, solo un anno fa circa, la stessa Google introdusse in Chrome un filtro di blocco delle inserzioni pubblicitarie, anche se solo per quelle particolarmente invadenti.

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