Google-Cina, interviene la politica: nessuna variazione nei rapporti tra i due paesi

Google-Cina, interviene la politica: nessuna variazione nei rapporti tra i due paesi

La vicenda Google-Cina, com’era d’altronde prevedibile, non si sarebbe mai potuta limitare ad una questione di sicurezza Internet né ad una semplice “scaramuccia” tra una grossa azienda e un governo straniero.

Troppo delicati gli interessi in gioco quando si parla di censura, soprattutto se questa viene praticata nei confronti di Internet, un media che della libertà d’espressione fa da sempre la sua risorsa primaria, tanto da far apparire come un ossimoro l’espressione “censura sul Web“.

Eppure, se non fosse stato per il polverone mosso dalla decisione di BigG comunicata l’alto giorno, in pochi avrebbero continuato a cercare di portare alla ribalta questo aspetto di ampio rilievo internazionale, talmente importante che non poteva rimanere fuori dalla vicenda qualsivoglia implicazione politica, come molti avevano immaginato fin dalle prime ore dopo l’annuncio di Google che potrebbe, per stessa ammissione del gruppo, anche portare all’uscita dal mercato cinese.

Sia da parte americana che da parte cinese si sono avute quindi alcune reazioni. Se il Dipartimento di Stato USA ha chiesto in queste ore di avere “spiegazioni” sulla vicenda e soprattutto sugli attacchi di cui Google pare sia stata vittima insieme ad altre aziende, dalla Cina arrivano rassicurazioni sul fatto che la vicenda non intaccherà le relazioni tra i due paesi, come dice a chiare lettere il portavoce del ministero del commercio cinese Yao Jian:

La scelta di Gogle (NdR) non avrà effetti sulle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Ci sono molti modi per risolvere le questioni aperte con gli USA.

Dalla parte cinese si cerca quindi di far rimanere separato l’aspetto legato alla relazioni, spesso comunque problematiche, tra i due Paesi. Anche se Washington non sembrano del tutto concordi con questa linea di pensiero, specie alla luce di una certa soddisfazione che arriva dagli ambienti americani riguardo la scelta di non perseguire più la strada della censura presa da Google e conmentata alla Reuters da Lawrence Summers, un importante consigliere economico della Casa Bianca:

Mi sembra che i principi che sta sostenendo Google non siano importanti solo dal punto di vista della libertà e dei diritti, ma che abbiano anche una considerevole importanza economica. […] Penso che si ancora presto per valutare quali effetti ci potrebbero essere.

Insomma le ripercussioni non sono ancora chiare, così come non del tutto chiaro è il futuro delle altre aziende attive in Internet e operanti in Cina. Da più parti si paventa la possibilità che la mossa di Google possa essere seguita da altri, mentre alcuni pensano che un’eventuale uscita di BigG possa causare l’effetto opposto, con altre aziende pronte a subentrare e ad approfittare così delle quote di mercato eventualmente lasciate da Google.

In tutto questo contesto e tralasciando ogni valutazione politica ed economica, ciò che interessa, in funzione del tema oggetto del nostro blog, è capire che ripercussioni si possano registrare sul futuro del Web cinese e, di riflesso, sul futuro di Internet in genere che quasi quotidianamente viene messo sotto la “lente di ingrandimento” da molti governi.

L’evolversi della vicenda resta quindi, almeno per ora, un aspetto poco comprensibile, specie alla luce dell’irremovibilità mostrata dalla Cina e dell’altrettanto decisa presa di posizione di Google che hanno formato un vero e proprio muro contro muro. Chi farà la prossima mossa?

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