Alle ore 18.00 (italiane) Google ha aperto il Cloud Next presentando sul palco del Moscone Center di San Francisco quelle che sono tutte le novità in ambito cloud del colosso di Mountain View. Non sarà certo uno di quegli argomenti che scalda il cuore degli appassionati di tecnologia (come magari Google Stadia), ma il Google Cloud Next resta un importantissimo appuntamento per aziende, professionisti e addetti ai lavori interessanti alle potenzialità della nuvola griffata bigG.
Dopo gli onori di casa di Sundar Pichai, CEO di Google, sul palco del keynote che dà il via alla manifestazione dedicata al cloud in programma dal 9 all’11 aprile – durante la quale sono attesi 30 mila partecipanti da tutto il mondo – sono stati presentati una serie di nuovi, interessanti servizi di Google Cloud: da Anthos, la nuova piattaforma per il mondo multi-cloud, ai container Cloud Run passando per l’annuncio di tantissime partnership che permetteranno a bigG di offrire un cloud sempre più aperto.
Anthos, la nuova piattaforma per il multi-cloud
Negli ultimi anni, molte aziende che hanno una propria infrastruttura IT hanno cominciato a interessarsi ai vantaggi offerti dal cloud, ma non vogliono restare legati a un unico fornitore e cercano soluzioni che siano integrabili su tutti gli ecosistemi. Ed ecco allora entrare in gioco la prima novità annunciata oggi da Google sul palco del Moscone Center: Anthos.
Anthos è la nuova piattaforma aperta del colosso di Mountain View che permette di gestire carichi di lavoro su cloud di terze parti come AWS e Azure, offrendo la libertà di lanciare e gestire un’applicazione sul cloud preferito, senza dover conoscere tutti i differenti ambienti e le API. Anthos è già usato con successo da aziende globali come HSBC, Cisco, Siemens e vanta più di 30 partners fra cui VMware, Dell EMC, HPE, Intel e Lenovo che sono pronti ad aiutare i clienti a sfruttare Anthos fin da subito.
Durante la presentazione arriva poi il momento di dare spazio al concetto di cloud open source, o meglio di “cloud aperto” come lo chiamano in casa Google
Per Google – fanno sapere da bigG – , l’idea di un cloud aperto è una conseguenza diretta del nostro approccio open source, uno degli elementi chiave della nostra infrastruttura globale. Ne sono testimonianza progetti come TensorFlow, Kubernetes, Go e molti altri. Oggi vogliamo fare un passo avanti, per permettere a sempre più imprese di lavorare senza frizioni con i diversi fornitori e migliorare la gestione e l’analisi dei dati. Annunciamo infatti una serie di partnership con alcuni leader globali dell’open source: Confluente, DataStax, Elastico, InfluxData, MongoDB, Neo4j e Redis Labs. Grazie a queste collaborazioni, le imprese potranno sviluppare i propri servizi in cloud più liberamente, con maggiore velocità ed efficacia.
Sul palco del Cloud Next arriva poi il turno di Cloud Run, un nuovo ambiente che permette agli sviluppatori di lavorare con i container in una logica serverless. Cloud Run si occupa completamente dell’infrastruttura, dalla configurazione alla gestione dei server, riducendo i costi all’effettivo utilizzo dei servizi.